Alfredo è sui 55.
È facile incontrarlo la domenica mattina intorno alle 10 insieme a lui.
“Andiamo, tesoro, ora passiamo a prendere il giornale e ti porto ai giardini!” con l’entusiasmo che contraddistingue solo chi ti accorgi che è veramente felice.
“Poi dopo pranzo si va a giocare sulla spiaggia…”.
Nessuna risposta.
Allora si abbassa, lo accarezza teneramente, poi lo prende in braccio ed incomincia a sbaciucchiarlo come a farsi perdonare qualcosa.
“Otello, stamattina mi tieni il broncio?”
Nessuna risposta.
Otello è un beagle di dieci, quasi undici anni.
Non dice nulla, anzi lo guarda con l’occhio liquido come a dire che vorrebbe essere lasciato tranquillo, in un piccolo giardino, magari in campagna a giocare con altri simili, magari con una lei – detto fra noi è abbastanza squallido avere come unico oggetto dei desideri il portaombrelli in ceramica nell’ingresso ma vai a farlo capire alla gente.
Quando Barbara, la moglie di Alfredo, se ne andò di casa – sono passati ormai quattro anni – si sentiva trascurata. Lui era così triste, casa e ufficio, ufficio e casa, divano e televisione, mai una parola buona, mai una serata a teatro, mai una pizza con Andrea e Francesca, i loro amici di sempre.
Mai niente di niente – non so se capite cosa intendo.
“Cara, domani pomeriggio tieniti libera… portiamo Otello a tagliare le unghie!” con l’entusiasmo di chi ha appena dato il colpo di grazia al suo peggior nemico: il matrimonio.
Quando Marco Aurelio, il figlio di Alfredo, andò a studiare e lavorare a Londra – circa due anni fa – si sentiva solo. Cosa avrebbe potuto chiedere a una famiglia dimezzata?
C’era da aspettarselo fin dall’inizio: quel nome d’altri tempi gli fu affibbiato coniugando il nome del nonno paterno Marco al nome della bisnonna paterna da parte dello stesso nonno Marco che si chiamava Aurelia poiché venne alla luce proprio di fronte alla pietra miliare del chilometro 367 della Via Statale Aurelia, a un tiro di schioppo da Viareggio.
Ho detto tutto.
Alcuni giorni fa sono stato al supermercato dove settimanalmente con mia moglie facciamo la cosiddetta “spesa grossa”.
Cercando il reparto scuola mi sono reso conto che quel reparto e il settore fai da te sono stati entrambi dimezzati per poter quasi triplicare il numero di corsie dedicate agli animali domestici.
“Nulla di male – ho pensato – il mercato si fonda su domanda e offerta.”
Senza dire nulla a mia moglie, ho pensato a quanto sarà felice Alfredo che potrà sbizzarrirsi negli acquisti per il suo Otello.
Poi ho pensato a Barbara e Marco Aurelio, e a quanti si sentano inadeguati dentro il supermercato di tutti i giorni che è la vita.