Ego vobis hoc sacrum pasturale in orifitium anale mitto… [Ars Eloquendi Goliardiae]

1970--pontifexdi Antonio Silvani.

Ciao, inclito pubblico, ritorniamo questa volta nella città che, tra Tanaro e Bormida, se ne sta mollemente, supinamente, passivamente stravaccata e defedata (non per colpa sua, ma a causa di squallide amministrazioni che da anni continuano imperterrite e, dicunt, pro domo loro, a violarla, a sodomizzarla, a farne oggetto delle azioni più abiette)!

Come dicemmo la volta scorsa:
“… io ero sempre Cardinale agli Esteri dell’O.G.A.K. – S. Al. ed ancoranon pensavo a quello che Santa Madre Goliardia mi avrebbe offerto di lì a qualche mese….”
Il “qualche mese” è passato e siamo giunti a settembre.
Il Pontifex Maximus O.G.A.K. – S. Al., Gengis Khan ha dato le dimissioni ed è, illico et immediate, assurto alla carica di Santo dell’Ordine e Grande Elettore.
Passano pochi giorni ed i Santi e gli ex membri (anche e soprattutto virili) del Sacro Collegio sono riuniti presso la Cremeria del Corso per il Conclave.

Alla prima votazione tutti i Grandi Elettori (lo confessiamo: anche noi ci autovotammo!) scrissero un solo nome: il Nostro!

Eravamo stati eletti Pontifex Maximus dell’Ordo Goliardicus Agae khanis – Supremus Alexandriae! (ecco perchè stiamo usando e, da adesso, sempre useremo il pluralis maiestatis).

a)-Pontifex-MaximusNella foto “a” è possibile apprezzare la nostra praeclara et uffiziale immagine quale Pontifex Maximus (allora non eravamo ancora PRINX, Principe dell’Italica Goliardia, ma essendo stato questo documento approntato due ani dopo questo magico elettivo momento, l’abbiamo lasciato così com’era).

Una piccola curiosità: fin da qualche giorno prima dell’elezione, sapevamo di essere tra i papabili (nel vero senso della parola) a questa carica ed eravamo inoltre consapevoli che, dopo essere stato eletto per la prima volta, il neo Pontifex avrebbe dovuto mostrare ad elettori, anziani et Goliardi tutti di possedere i virili attributi, debragandosi pertanto coram populo.
Ci volemmo dunque preparare degnamente anche a questa felice incombenza.
Prima di recarci al conclave trovammo un paio di slip enormi, male in arnese e bucati; li trattammo con Nutella, maionese e salsa di pomodoro (un po’ di sangue nelle mutande fa sempre bene) in modo da ottenere un risultato simpaticamente repellente e, al momento della debragatio, rompemmo anche una fialetta puzzolente fissata all’interno di questi vomitevoli slip.
Non capiamo perchè, ma, per unanime desiderio, rimanemmo in mutande solo per pochi istanti…

b)-chiave-remoNella foto “a“, a sinistra dello stemma dell’Ordine Goliardico Alessandrino è presente uno dei più noti simboli Goliardici (meglio apprezzabile nella foto “b“): il disegno di una chiave e di un remo incrociati con sotto le parole “nunc et semper”.
Il significato è uno spirituale messaggio per tutti, uomini e donne:

ORA E SEMPRE CHIAVEREMO!”.

Questo alato simbolo è stato personalizzato al nostro Ordine circa due anni fa da S.E. Sir Antony Birdstone, Arcivescovo de la Ca Rusa (personaggio da voi, aficionados di Corriereal, noto come colui che si accoppia con le cartoline antiche!): la pontificale tiara che sovrasta la chiave ed il remo incrociati è la prova di questa personalizzazione al nostro sacro pontificato!

Quale furono i primi due atti che facemmo, una volta eletti al Solio Pontificio Alessandrino?
N.P. (se avessimo voluto specificare “nota bene” avremmo scritto N.B., ma il nostro intendimento era di esprimere “nota pene”!).
N.P. Lo sappiamo perfettamente che gli aggettivi devono avere l’iniziale minuscola, però tutto ciò che ha a che fare con la Goliardia per noi deve essere onorato con l’iniziale maiuscola, ma se così non fosse ce ne sbattaremmo ugualmente i pontificali testicoli perchè, come Goliarda, facciamo i cazzi che vogliamo!
Quale furono dunque dunque questi due primi atti?

Per prima cosa celebrammo la Messa dell’O.G.A.K. – S. Al., che inizia proprio con le parole espresse nel titolo “Ego vobis hoc sacrum pasturale in orifitium anale mitto…”.
E qui ci fermiamo.
La Messa dell’O.G.A.K. – S. Al. non è mai stata scritta, ma è sempre stata tramandata oralmente da un Pontefice al suo successore, per cui, se volete sentirla in toto, venite (ovviamente col significato di “recatevi”… se pensate ad altro, fatelo nel fazzoletto…) ad una delle manifestazioni Goliardiche che periodicamente organizziamo e, se titillati in maniera consona, non è escluso che procederemo con la celebrazione.

c)-Sacro-CollegioIl secondo atto fu quello di nominare il Sacro Collegio (vedi foto “c“).
Ecce praeclara nomina:
Hildebrandus I Aracnicus: Pontifex Maximus (vulgo: Dr. Antonio Silvani).
Attila il Cruento: Santo dell’Ordine et Cardinale (vulgo: Dr. Alfio Crovesio).
Aner Kardinal Prix: Santo dell’Ordine et Cardinale DecANO del sacro Collegio. Già Duca di Parma, Piacenza, Guastalla, Lunigiana et terre limitrophe. Principe dell’Italica Goliardia (vulgo: Dr. Andrea Garattini).
Gengis Khan: Santo dell’Ordine et Cardinale (vulgo: Prof. Ettore Pianese).
Bubu Deflorator: Cardinale agli Esteri (vulgo: Dr. Adriano Talvacchio).
Natalis Penis Turgidus: Cardinale Revisor Capituli (vulgo: Ing. Natale Rapetto).
Gigus Caput Picii: Cardinale Gran Siniscalco (vulgo: Dr. Beppe Gigante).
Fra’ Casso Imeneo Marchese de la Potte: Cardinale Grande Inquisitore (vulgo: dr: Roberto Patola).
Nencia da Barberino: Madre Badessa Generale (vulgo: Paola Lovesio).

Parleremo ancora, nel proseguio delle nostre Goliardicae disputationes di questi personaggi.

2° N.P. Abbiamo voluto specificare i titoli accademici dei membri del Sacro Collegio non per spocchia, ma per smitizzare un vecchio preconcetto una volta (e forse ancora oggi) presente sulle funeree bocche di codini, baciapile, membri di certi partiti, secchioni ed affini, che tacciava i Goliardi quali fannulloni e perdigiorno inconcludenti!