Strappo di una corda di mezza estate [Il Flessibile]

caruso_copertinadi Dario Caruso.

Si insinua l’atmosfera agostana, lenta e inesorabile.
Quest’anno accompagnata più che in altri anni dai mugugni dei bagnanti autoctoni e non, e (come dicono i tg) dalle lamentele degli “operatori turistici” che sono tanto miopi quanto benestanti o incompetenti, altrimenti da tempo avrebbero cambiato il modo di “fare turismo”.

Giovedì sera.
Ore 21 e 20.
Sta per alzarsi il sipario di una rappresentazione musicale.
Ci sediamo, noi cinque, per sistemare le ultime cose e accordare gli strumenti.
Accidenti! La quinta corda mi e’ saltata!
Lo spezzone penzola mestamente dalla chitarra e sembra dirmi: “Scusa… C’è un limite a tutto, anche alla flessibilità…”
Non ha torto.
Il sipario si alza rapido.
Luci.
Applausi.
Si comincia.

corda_flessibileOra, uno che sta in un piccolo ensemble orchestrale di fronte ad un centinaio di persone paganti e deve suonare non può far altro che sorridere e cominciare a suonare.
Anche se il potenziale del suo strumento (e quindi la convinzione di ciò che sta per fare) è pari all’83 virgola 3 periodico percento delle aspettative.
Si suona per le due ore previste.
A tratti mi sento come un’auto che viaggia su tre gomme e un cerchione, come un paracadutista che spera di aver imbracciato lo zaino giusto, come mio padre che appena chiusa la porta di casa cerca le chiavi nelle tasche chiedendosi se avrà chiuso il gas.
Insomma due ore nella convinzione di sentirsi inadeguato. Salvo nei momenti di pausa.
Al termine, dopo un rapido rendiconto, mi dico che pur nella difficoltà ho fatto pochi danni tangibili per il pubblico; innumerevoli rispetto alla partitura.
Ma in questo caso conta solo il risultato.
E qui si entra in un capitolo (di cui non tratterò poiché inadeguato a farlo) dal titolo “L’arte di arrangiarsi”.

Ciò a dire che e’ necessario sbattersi e rischiare.
E magari vivere con un pizzico di fantasia in più.

Il grande Kevin Spacey nel film “The life of David Gale” (Alan Parker – 2003) illustra così la teoria di Lacan: “…vivere secondo i desideri non vi renderà mai felici, per essere pienamente umani bisogna cercare di vivere secondo le nostre idee e i nostri ideali, non certo misurando la vita in base a quanto avete raggiunto di quello che desideravate, ma in base ai piccoli momenti di integrità, compassione, razionalità, a volte anche di sacrificio. Perché alla fine se vogliamo davvero misurare il significato della nostra vita, dobbiamo dare valore alla vita degli altri.”

Integrità, compassione, razionalità, a volte anche sacrificio.
E flessibilità.
Buon agosto.
Fuori piove, ma ho il sole dentro.

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