Apprezzata fotografa de ‘La Stampa’, Federica Castellana è nata qualche anno fa a Tortona e attualmente vive e lavora ad Alessandria. Sposata con Stefano e mamma di una bimba meravigliosa, dopo le superiori Federica ha frequentato l’Istituto Europeo di Design a Torino, scuola in cui ha appreso tutti i segreti dell’arte della fotografia. Ama il suo lavoro e ha le idee molto chiare. Scopriamole insieme!
1) Federica, come ti è saltato in mente di fare la fotografa?
Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte ad Acqui Terme, di punto in bianco ho detto a mio papà che avrei voluto fare la fotografa. Si è messo le mani nei capelli… Poi però siamo andati insieme a Torino, e in un bar abbiamo sfogliato le Pagine Gialle per cercare una scuola adatta a me. Così mi sono iscritta allo IED, l’Istituto Europeo di Design. Non me ne sono mai pentita…
2) E come sei arrivata a La Stampa?
Dopo la tesi, avevo già in mente di voler lavorare in un giornale come La Stampa. Allora sono andata a fare un colloquio con Piero Bottino [ndr: responsabile della redazione di Alessandria] che all’epoca non mi aveva lasciato molte speranze… in compenso, mi aveva dato il numero di telefono del loro fotografo, Andrea Busi. Io l’ho contattato, ci siamo conosciuti e ho cominciato a fare qualcosa con lui. Finché un giorno Andrea mi telefona e mi dice che è in partenza per un reportage in India, chiedendomi di sostituirlo per alcuni mesi a La Stampa.
3) Qual è stato il tuo esordio?
Eh… Era il periodo dei sassi buttati sulla A21 dal cavalcavia della Cavallosa, se ricordi. Non è stato facile, anche se non me la sono cavata tanto male. Le mie foto sono piaciute, al punto che di lì a poco Piero Bottino mi ha arruolato nella squadra del giornale. Sono passati quasi diciotto anni da allora.
4) Parliamo un po’ di Alessandria, adesso. Tu che la fotografi continuamente, che idea ti sei fatta della nostra città?
Alessandria è investita da una doppia crisi, quella generale che colpisce il nostro Paese e quella derivante dal dissesto. Detto questo, non mi piacciono tanto quegli alessandrini che mugugnano sempre e non fanno nulla per migliorare la situazione; e nemmeno quelli che, per esempio, buttano il pacchetto di sigarette per terra e poi si lamentano che non ci sono i cestini o che il Comune non pulisce. In positivo, apprezzo il fatto che Alessandria è una città che puoi girare tutta a piedi, in tranquillità. Mi piacerebbe molto se ci fossero più zone pedonali… si potrebbe chiudere il centro alle auto, tanto per cominciare!
5) Ma se tu fossi il sindaco, da che cosa partiresti per ridare slancio alla città?
Domanda difficile! Guarda, in prima battuta sentirei i commercianti, per capire che cosa c’è che non va e studiare con loro le soluzioni più opportune. In generale punterei al dialogo, sempre e con tutti. E poi forse andrei a vivere in campagna…