Abbiamo ancora un curioso personaggio, quasi del tutto sconosciuto, da riproporre in questa nostra cronistoria.
Aveva un fare da contadino, era di corporatura robusta, sormontata da un faccione rubicondo. I suoi erano modi piuttosto burberi. Le massaie lo chiamavano “Lumelina” perché era nato in Lomellina, nella bassa Lombardia, buona zona agricola, ricca di riso e latticini.
Il Lumelina spingeva a mano un carretto a ruote, attrezzato per la vendita minuta del latte, alimento principe di quei tempi. Trasportava grossi contenitori, bidoni che avevano quasi sul fondo un rubinetto per spillare il latte, che veniva venduto a misurini.
La zona dove il Lumelina commerciava era compresa, grosso modo, fra via Bergamo, via Pistoia, piazza Carducci, compreso il rione di S. Baudolino.
Però, il lattaio – guarda un po’! – aveva un debole per il vino e, ogni tanto, alzava un po’ il gomito.
In un giorno di Carnevale, costui si era mascherato da clown, indossando una lunga palandrana chiara, calcandosi in testa un cappellino di paglia e annodando al collo una vistosa cravatta a farfalle. Con il corpo pieno di una buona dose di vino, il nostro uomo rideva allegro alle proprie pagliacciate e il carrettino di latte prendeva grandi sbandate, facendo serpentine per tutta la carreggiata, accompagnato e seguito da una masnada di monelli sbraitanti che ridevano a più non posso, facendo un’enorme caciara. Quanti altri piccoli episodi si potrebbero raccontare a proposito del Lumelina!…
Ad esempio, vale la pena riferire di quel lungo periodo di tempo durante il quale di lui non si seppe più niente. Invano le comari si chiedevano che cosa fosse successo… Mistero! Un giorno, finalmente (e improvvisamente), si rifece vivo, annunciandosi in modo “strepitoso”, cioè strombazzando con una cornetta di ottone e gridando stentoreo: “Venite, donne! Vi porto la ‘lucelina’, il petrolio per le vostre lucerne da tavolo e da soffitto e per tutte le altre lampade e lanternine!”. Del suo bagaglio non era cambiato molto, anzi… Semplicemente aveva sostituito il latte al petrolio, così ora dal rubinetto del bidone usciva la nuova materia per l’illuminazione.
Erano i primi del Novecento… il secolo del progresso…
(dalle memorie di Angelo Lenti)