Ho ricevuto via e-mail l’invito per Domenica 27 Luglio a Capanne di Marcarolo – Bosio per la XIII edizione della Antica Fiera del Bestiame di Sant’Isidoro riconosciuta nel 2009 Fiera regionale specializzata.
Conosco questo parco in cui vado almeno una volta all’anno, in occasione della commemorazione dei Martiri della Benedicta e so che si prendete cura della natura animale e vegetale ma mi sconforta vedere che si presti a ospitare questo genere di appuntamenti come mi sconfortano le immagini di quelle mucche in esposizione, legate con corde che non hanno nulla di naturale e che rimandano a un’immagine davvero retrograda della vita animale.
Nel comunicato si ricorda la storia degli animali da lavoro e il contributo che hanno dato all’economia della zona; si parla di “bestie che con il latte, la carne e la forza lavoro, costituivano un importante risorsa per l’economia della famiglia contadina”. Si parla di razze bovine: “La Cabannina….. ha principalmente un’attitudine da latte, con una produzione non molto elevata compensata però dalla qualità e dalle proprietà organolettiche superiori a quelle di altre razze, che si presta facilmente alla produzione di formaggio. La Montagnina….. è una razza….. da carne, da latte o da lavoro….. Queste due razze, oggi, sono a rischio di abbandono e per questo, grazie anche ai finanziamenti della Comunità Europea, si cerca di valorizzarle e incentivarle. Questo per diversi motivi: innanzi tutto per incentivare un’economia alternativa in grado di competere sul mercato con l’alta qualità e la tipicità….. ma non si può trascurare neanche il valore storico, culturale e folcloristico che può contribuire alla valorizzazione e alla promozione del territorio dell’Appennino Settentrionale.….. L’edizione di quest’anno sarà inoltre caratterizzata dalle numerose dimostrazioni di lavoro, convinti che anche il recupero dei tradizionali lavori agricoli a trazione animale non sia per nulla anacronistico ma possa invece essere una valida prospettiva di sviluppo di attività economiche rurali rispettose dell’Ambiente e della dignità di quegli animali che per tanti anni hanno condiviso la vita di fatica e duro lavoro dei contadini.”
Nel programma ho notato la presenza della messa all’aperto con benedizione degli animali: la Chiesa è spesso presente negli appuntamenti in cui gli animali sono considerati oggetto (processioni, corse, palii, fiere…) spesso organizzati proprio in onore di santi, forse dimenticandosi di quei pochi (ma buoni) santi che verso gli animali avevano un atteggiamento di profondo rispetto, evitando di mangiarli, indossarli e sfruttarli in alcun modo. E alla fiera non possono mancare “la sfilata e la premiazione dei migliori soggetti delle razze di bestiame in esposizione”. Oltre ai bovini, vedremo esposti cavalli, asini, muli, pecore, capre, conigli, galline. Immagino che saranno legati, ingabbiati, costretti in spazi angusti, ma sicuramente sarà tutto a norma, perché in queste occasioni gli organizzatori rivendicano i ferri del mestiere, cioè leggi, regolamenti, deliberazioni, determinazioni… ma è il mestiere a dovere essere messo in discussione. Non riesco davvero a comprendere il fascino che possa esercitare sul pubblico un simile evento.
Nel comunicato appare evidente l’uso strumentale che si fa degli animali: c’è sempre un “da” che li identifica. Sono da carne, da latte, da lavoro, tutto secondo la regola… come esistono animali da affezione, da reddito, da allevamento, da pesca, da caccia, da macellazione, da circo, da zoo, da palio, da corsa, da gara e via elencando. Credo che tutti questi “da” debbano sparire, sostituiti da uno solo: “da” rispettare. Nel caso delle mucche, bisogna rispettare la loro natura che non è certo quella di essere allevate e ingravidate tutta la vita per partorire vitelli tutta la vita e fornire latte tutta la vita agli umani, senza neppure godersi la maternità come ogni madre umana e non umana vorrebbe e dovrebbe fare, e non è neppure nella loro natura finire la vita al macello per fornire cibo, indumenti, calzature e accessori agli umani.
A proposito dei lavori a trazione animale, nel comunicato considerati rispettosi della dignità degli animali, io credo che non lo siano affatto perché per l’uomo il lavoro è un diritto mentre per gli animali è una schiavitù. Se potevano essere concepiti un tempo, ora suonano davvero anacronistici perché si è fatta molta strada nell’affermazione dei diritti animali e chi se ne fa portavoce, si batte affinché gli animali non lavorino in nessun contesto
Ciò che mi colpisce particolarmente nelle fiere è il culto della “razza pura” che considero estraneo a una cultura di rispetto degli animali, anche se esso non fosse causa diretta di concreti maltrattamenti. Spesso si promuovono queste fiere come occasioni che servono a far conoscere e tutelare il mondo degli animali, nelle loro “razze pure” ma ciò è contraddittorio poiché questo non rappresenta affatto il mondo naturale degli animali: in natura non esistono le razze pure che invece sono il frutto di una selezione operata dall’uomo nel tempo per soddisfare i propri interessi, siano essi ornamentali o economici.
Forse siamo ancora lontani da una presa di coscienza che rispetti la vita in ogni sua forma, ma qualcosa sta cambiando perché sempre più persone trovano anacronistici questi appuntamenti che io mi auguro spariscano per sempre e che non considero affatto un vanto per il Parco Capanne di Marcarolo.
Cordiali saluti.
Paola Re – Tortona (AL)
Delegata del Movimento Antispecista http://www.antispec.org/