Economia e lavoro, sono anni per non dire decenni che nel nostro paese politici e
Confindustria continuano a parlare della necessità di fare le riforme per rilanciare l’economia e quindi l’occupazione (in particolare quella giovanile e più recentemente anche quella dei 40/50enni).
Il lavoro senza ombra di dubbio rappresenta il nostro principale problema e basta guardare i dati Istat per averne una drammatica conferma.
Purtroppo almeno per ora le iniziative già varate e le altre annunciate dal Governo Renzi,come il decreto competitività che tra l’altro prevede crediti di imposta, ecc. non stanno ancora producendo risultati (sperando che li producano in seguito) perciò non si vedono miglioramenti sia sul fronte della produzione che su quello dell’occupazione.
Anzi proprio ultimamente sia il Pil che la disoccupazione (anche se marginalmente)
continuano a peggiorare, a maggio rispetto ad aprile l’industria italiana registra un calo del -1% nel fatturato e del -2,1% nelle commesse.
Confindustria in un recente intervento del Presidente Giorgio Squinzi parla di ritardi strutturali dell’Italia che zavorrano la crescita e che se colmati anche solo in parte, farebbero salire il Pil di 1,9 punti percentuali in 5 anni, di 4,6 in 10 e di 20,8 in 50.
Probabilmente è così ma a questo proposito va detto che anche le imprese italiane hanno la loro parte di responsabilità nella situazione in cui ci troviamo.
Non si può continuare a chiedere solo allo Stato di fare riforme, leggi sui contratti di lavoro per aumentare la flessibilità (che in passato hanno avuto come unico effetto quello di aumentare la disoccupazione) ecc.
Anche il mondo delle imprese deve fare la propria parte investendo in ricerca innovazione e sviluppo, dotandosi di tutti i supporti che la tecnologia odierna mette a disposizione oltre ad attivare iniziative atte a diversificare il business e sopratutto svilupparlo sui
mercati internazionali, dato che come è ormai noto il mercato domestico è in una fase di decrescita da alcuni anni.
A questo proposito è indispensabile partecipare a mostre nazionali e internazionali e chi non ha la possibilità di farlo con i propri mezzi ci può arrivare tramite le Camere di commercio oppure consorziandosi con altre imprese in settori affini.
Così come è fondamentale avere un organizzazione commerciale con agenti nei paesi chiave per il proprio mercato.
Le imprese oggi devono essere Marketing Oriented, utilizzare maggiormente internet
e l’e-commerce che sono una vetrina nel mondo e, compatibilmente al proprio budget, prendere in considerazione l’opportunità di pianificare e realizzare campagne di advertising online. Inoltre è indispensabile definire politiche di Marketing mirate a individuare l’evoluzione dei bisogni dei consumatori per soddisfare le loro esigenze in
anticipo rispetto ai competitor.
Purtroppo molte imprese italiane non si sono ancora rese conto delle enormi opportunità, tra l’altro a costi contenuti in rapporto ai risultati, che si possono cogliere con l’utilizzo dei messi sopra citati e quindi non si dono adeguate di conseguenza.
Perciò l’obiettivo che si devono porre è quello di colmare il divario accumulato negli ultimi decenni nei confronti dei competitor europei e internazionali.
Il mondo è cambiato da tempo e corre sempre più veloce per cui oggi ancor più che nel passato non si può più vivere di rendita perchè chi resta immobile e senza idee è destinato a perdersi.
Pier Carlo Lava – Alessandria