Alessandria da città del dissesto a modello di innovazione? [Controvento]

Comune di Alessandria 3di Ettore Grassano

All’appuntamento il sindaco Rossa è arrivata su ‘pandino’ comunale d’ordinanza, guidato dal presidente del consiglio comunale Enrico Mazzoni. E, oltre ad inaugurare il nuovo Servizio Clienti Alegas, ha espresso sul futuro delle partecipate alessandrine valutazioni di peso, che potete leggere nella cronaca dell’evento.

In sostanza: il dato è tratto, la Multiutility (gas, acqua, energia, rifiuti) nei prossimi mesi nascerà, e guarderà ad una “area vasta che comprende Asti, e anche Torino: ma con l’assoluta intenzione di conservare, e consolidare, il rapporto con il nostro territorio, e di mantenere in mano pubblica la gestione strategica e la programmazione”. Non ha mancato, il sindaco di Alessandria, di ricordare che il tema partecipate pubbliche è segnato col cerchietto rosso tra le priorità del Governo Renzi, e ha ribadito che il processo avviato da mesi ad Alessandria potrebbe rivelarsi addirittura un modello di riferimento per altre province e territori. E, al di là di una doverosa prudenza e di un alessandrinissimo scetticismo, indubbiamente se così fosse, per una città dichiarata in dissesto solo due anni fa, sarebbe un segnale positivo non da poco.

L’altro elemento ‘pesante’ emerso durante l’incontro pubblico di ieri in Amag è il rapporto con le banche: decisamente migliorato, secondo quanto affermato dal presidente del Gruppo Stefano De Capitani, che ha parlato di aumento di due punti del rating, “E questo non è solo un dato tecnico-finanziario, ma significa poter contare su linee di credito importanti, nell’ottica di nuovi investimenti, e di una crescita in diverse direzioni”. Tra queste, dubbi non ce ne sono, priorità assoluta alla filiera dei rifiuti, con l’obiettivo di acquisire prima Amiu (i cui dirigenti erano presenti ieri mattina, come sottolineato pubblicamente dal sindaco Rossa: “La loro presenza qui non è casuale, e mi auguro possa essere di buon auspicio”) e quindi Aral. Per poi, è evidente, ragionare in termini di partnership con qualche altro soggetto forte del mercato, e attrezzarsi ad affrontare le gare europee dei diversi comparti. Sempre il sindaco Rossa ha ricordato che “anche le più grandi Multiutility italiane di oggi sono in realtà di dimensioni modeste, se paragonate ai loro concorrenti europei, dalla Francia alla Spagna, e quindi il processo di aggregazione da noi già avviato sarà indispensabile, ed è una linea di indirizzo che sta arrivando anche dal Governo”.

La sfida, è chiaro, sarà semmai in questo cammino ormai ‘segnato’ quella di riuscire a garantire un rapporto diretto col territorio, oltre ad una redditività annua per i soci (pubblici, ossia i comuni), che dovrebbero poi utilizzare le risorse per erogare servizi ai cittadini.

Un nuovo modello virtuoso, destinato a mandare in soffitta la vecchia logica della ‘partecipata’ pubblica in passivo cronico, e con organici pletorici?

Questi sembrano gli intenti, e lo spirito dei tempi. Vedremo se sarà davvero così.

E il trasporto pubblico? Il sindaco non ne ha parlato, ma appare francamente improbabile ad oggi che la nuova Multiutility possa farsi carico anche del ‘carrozzone” Atm. Azienda per la quale, quindi, occorrerà pensare ad altre soluzioni. Ma quali?