La partita dell’ex [Il Citazionista]

mario-maurodi Andrea Antonuccio.

«Non posso rassegnarmi al Putin di Firenze»
Mario Mauro, Il Fatto Quotidiano

Ex Vice Presidente del Parlamento Europeo, ex membro del Comitato dei “Saggi” nominati dal Presidente della Repubblica, ex Ministro della Difesa nel Governo Letta, ex componente della Commissione Affari Costituzionali del Senato.

Non è proprio un curriculum costellato di successi, quello di Mario Walter Mauro, oggi “solo” Senatore della Repubblica e strenuo oppositore della riforma del Senato voluta da Matteo Renzi e propugnata dalla sua amazzone preferita, il Ministro delle Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi.

Certo, a pensar male si potrebbe anche dire che se Mauro fosse stato riconfermato da Matteuccio nostro al Ministero della Guerra (oops, volevo dire “della Difesa”), probabilmente adesso si sperticherebbe in lodi per il nuovo corso renziano. Magari ci proporrebbe sofisticati aforismi sul modello dell’indimenticabile “Per amare la pace, armare la pace”, sfoderato un po’ maldestramente per giustificare l’acquisto degli altrettanto maldestri F35 (quelli su cui gli americani non vogliono più salire).

Essendosi invece ritrovato a fare il soldato semplice (e qualcuno ha detto che il buon Mauro era sicuro di essere riconfermato, al pari di Lupi e Alfano), Mario Walter si è messo allora a giocare una partita interessante, da bastian contrario argomentato e argomentante.

Al netto dei rancori personali, il ragionamento di Mauro è il seguente: “Con la legge elettorale Italicum e questo Senato, il partito di maggioranza relativa potrà avere il controllo dell’unica Camera funzionante davvero, potrà nominarsi il presidente della Repubblica e i giudici della Consulta.” (tratto dall’intervista rilasciata a Carlo Tecce del Fatto Quotidiano).

Ora, si può anche essere in disaccordo con questa opinione, ma una cosa è certa. A destra, al centro e a sinistra l’unico vero oppositore della riforma del Senato, e in definitiva l’unico vero oppositore del disegno complessivo di Matteo Renzi è proprio il pluritrombato Mario Mauro. E se non è l’unico, poco ci manca. Agli altri sembra che manchi la voce, o la forza per alzarla.

Come lui stesso afferma nell’intervista già citata, “La vera maggioranza che sostiene questo governo è Partito democratico più Forza Italia. Il resto sta lì, come Ncd, zitto e muto.” Davanti al Putin di Firenze.