Barolo, patria del buon vino, ma anche centro culturale e musicale.
Sì, perché Barolo, piccolo paese arroccato sulle colline piemontesi, non è una metropoli. Eppure, ha il suo bel da fare. Tra vigneti e calici, c’è una frenetica attività culturale e musicale.
Tra pochi giorni, proprio a Barolo, si apre Collisioni, festival musicale e culturale che dal 2009 propone un evento che coinvolge sciatori, giornalisti e musicisti.
Negli anni la manifestazione è cresciuta molto, a dimostrazione che con un po’ di lavoro e di organizzazione, anche un paese arroccato sulle colline può creare grandi cose.
Il festival coinvolge circa 400 volontari che si occupano di web, radio, giornali, interviste e organizzazione di concerti sui palchi secondari.
Collisioni, quindi, nel tempo è diventato un evento mondiale, apprezzato anche da nomi famosi come Bob Dylan e Salman Rushdie, e ha un occhio di riguardo verso i giovani.
Sei anni fa, quando nacque il festival, l’idea era quella di valorizzare, attraverso la musica e la cultura, un luogo già conosciuto per il suo vino.
Un luogo che potesse diventare una piazza per i giovani.
Nacque, così, in parallelo a Collisioni, un “progetto giovani” punto di partenza per incentivare scambio di idee e confronto tra le nuove generazioni.
Gli organizzatori del festival, hanno deciso, quindi, di ospitare gratuitamente i giovani che ne fanno richiesta in cambio di creatività sui palchi, nelle radio, nelle narrazione e nelle discussioni letterarie.
Un incentivo alla creatività dei giovani che possono, così, condividere e essere protagonisti di una macchina culturale che lì mette al primo posto, ponendo l’accento sulla cultura e sul territorio.
Quest’anno, dal 18 al 21 luglio, Collisioni torna con un programma ricchissimo.
Ad aprire la manifestazione saranno i Deep Purple, poi sarà la volta di Elisa, Francesco De Gregori e Neil Young (nella foto).
Tanti anche gli scrittori, attori e giornalisti che parteciperanno all’evento: da Mauro Corona a Dario Fo, da Michele Serra a Francesco Guccini e Carlo Lucarelli.
Insomma, Barolo, con il suo vino e la sua cultura è la prova che anche in un piccolo paese si possono fare grandi cose.