Lavoro flessibile, o legge del più forte? [Controvento]

Lavoratori campi 2di Ettore Grassano

E’ un po’ complicato, leggendo notizie come questa, continuare a pensare che la deregulation del mondo del lavoro all’insegna del libero mercato possa essere la chiave di volta per ‘sbloccare’ l’economia italiana, non credete?

Un conto insomma sono il calciatore famoso, o il presentatore tv alla moda, stra-liberi di contrattare con la controparte le migliori condizioni di ingaggio, e buon per loro. Altro avallare (secondo una linea di pensiero che parte dai cococo dei secondi anni Novanta, e arriva al neoschiavismo delle cronache di oggi) una deregulation che ci mette un niente a diventare schiavismo, o caporalato, o quanto meno sfruttamento ‘in nero’. E se pensate che queste vicende non riguardino l’alessandrino, eccovi un’altra bella news su cui riflettere.

Proprio in questi giorni peraltro i sindacati alessandrini hanno consegnato al Prefetto una dura presa di posizione sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione: dal disastro della finta abolizione delle Province, ai piccoli comuni abbandonati a se stessi. Temi sacrosanti, perchè le finte riforme avviate da Monti e Letta, e al momento continuate sullo stesso spartito da Matteo Telemaco Renzi sono, così fatte, semplicemenente ridicole, anzi dannose.

Epperò, cari signori del sindacato, attenti a non arroccarvi sulla linea Maginot del pubblico impiego, e dei pensionati. Perché è altrove che il disastro si sta già compiendo, senza che nessuna voce davvero forte e autorevole si alzi, proponendo un progetto di società che sia alternativo alla legge del più forte.

E, a proposito di lavoro che non c’è, e di disgregazione sociale, leggete qui la nuova iniziativa milanese dell’Ernesto Pellegrini, big della ristorazione collettiva e presidente dell’Inter quando ancora era una squadra italiana, e non una multinazionale di matrice coreana. E se non è un altro segno dei tempi questo: in pochi anni dalla Milano da bere alle mense dei poveri!