L’Unesco per concedere l’importante riconoscimento (Patrimonio dell’Umanità) ha bisogno di individuare unicità, cose che non si possono trasportare e che abbiano un organo di controllo.
Gli infernot del Monferrato con l’Ecomuseo Pietra da Cantone rientravano in queste caratteristiche e da qui mi è venuta l’idea.
Gli infernot li abbiamo solo noi in Monferrato e sono legati al nostro territorio e alla conservazione del vino.
Non si sarebbe riuscito ad ottenere il riconoscimento per il Barbera e il Grignolino perché sono trasportabili e coltivabili altrove, così per l’astigiano con il Professor Fregoni abbiamo individuato il sistema del girapoggio per regimentare le acque ed evitare l’erosione.
Tutti in questo momento pensano al turismo, in realtà questo riconoscimento è uno stimolo a capire che non siamo l’ultima ruota del carro. Alle Langhe abbiamo da invidiare solo la lungimiranza di alcuni uomini che ci permette anche di “copiare” evitando però i loro errori.
I paesi più importanti sono poi i 7 che sono stati individuati nel riconoscimento che faranno da faro e attireranno i visitatori dell’Expo, come i cinesi che hanno espresso formalmente il desiderio di visitare solo siti Unesco.
Il valore di questo riconoscimento ha una grande valenza per la nostra autostima e per la positività con la quale ci permette di guardare al futuro.
– Il Monferrato vanta una storia appassionante con radici profonde.
– Una posizione geografica strategica
– Il suo paesaggio è affascinante e vince nell’armonia
– non è fatto di monocoltura
– è un mosaico mantenuto da uomini che danno valore alla vita attraverso la natura.
-Chi lo percorre apprezza una qualità esclusiva a misura d’uomo.
-È un riconoscimento importante per chi ha saputo mantenere nel passato, e ha valorizzato nel presente le Unicità di una storia contadina, è un dovere per tutelare e ragionare in un modo saggio il futuro.
*Enologo scienziato di fama mondiale, ha fondato e dirige il centro di ricerca Enosis Meraviglia