Figlia di ignoti

Patrucco Giancarlodi Giancarlo Patrucco
www.cittafutura.al.it

Non sempre le creature nascono con mamma che le tiene tra le braccia, papà che lancia sguardi amorevoli e amici e parenti in crocchio, fuori della porta, in attesa di rimirare chi è arrivato in questo mondo. A volte, come nel caso dell’immunità che nasce ad accompagnamento e secondamento del nuovo Senato, di genitori, amici e parenti non si trova traccia.

Ma come può essere, vi chiederete. In Parlamento non c’è la ruota degli esposti, quindi qualcuno dovrà pur averla infilata negli emendamenti al disegno di legge costituzionale. Qualche genitore, sia anche putativo, si dovrà trovare, e prendersi la responsabilità di averla messa al mondo.

Nella giornata di lunedì, mentre sui giornali scoppiano i primi mortaretti, in effetti qualcuno si fa avanti. Padre e madre, i senatori Calderoli e Finocchiaro, che di quelle proposte sono i relatori, ammettono: gli emendamenti li abbiamo scritti noi, ma col consenso di tutti. Nessuno ci ha trovato da ridire e il Governo ha avallato tutto quanto.

– Noi?!? – rispondono in coro i rappresentanti di quasi tutte le forze politiche. – NoiFinocchiaro Calderoli non abbiamo visto niente, avallato niente, sostenuto niente. Quella creatura non è nostra.
Dice il Governo: – Non sprechiamo altro tempo per una questione, tutto sommato, secondaria. Siamo in presenza di una riforma epocale, che l’Italia attende da decenni. Dei particolari si potrà discutere, magari in Commissione, magari in aula.

Ecco, discutiamone un po’. Magari senza fumisterie, ma cercando di far capire bene chi legge. Alla Camera l’immunità c’è già, dicono i soliti costituzionalisti intervistati dai media. Perché non introdurla per i nuovi Senatori, che annoverano fra le loro attribuzioni alcune funzioni in comune con i Deputati? A funzioni uguali, devono corrispondere istituti identici. Altrimenti, ci troveremmo di fronte ad una disparità costituzionalmente eccepibile.
Già, ma allora avremmo ad esempio consiglieri regionali che, una volta designati al Senato, si vedrebbero attribuite delle guarentigie non previste per i loro colleghi rimasti a casa. Anche questa disparità è eccepibile.

La sera, qualcuno trova il bandolo della matassa. – Ma cosa credete, che l’attuale immunità dei deputati sia la stessa immunità  voluta dai Padri Costituenti? Macché. Ricordate cosa successe negli anni ’90? La stagione di Mani Pulite dimostrò allora che quell’immunità, messa in Costituzione nel ‘48 per garantire a ogni Onorevole libertà di espressione di fronte al timore di pressioni intimidazioni e aggressioni varie, si era trasformata negli anni in un riparo e uno scudo dietro cui si rifugiavano i corrotti. Quindi, venne emendata e corretta.

– Ormai, essa è formata da tre attribuzioni: l’insindacabilità, cioè la libertà di esprimere la propria opinione, senza il timore di doversi difendere da querele e richieste di diffamazione varie; il divieto di sottoporre a intercettazioni da parte della Magistratura le utenze facenti capo a un Onorevole, senza previo consenso del Parlamento e dell’apposita Commissione istituita nei suoi due rami; il divieto di procedere all’arresto, anche qui prima che il Parlamento si esprima sulle richieste avanzate dalla Magistratura.
– Vedete? Oggi, dell’originaria immunità non è rimasto quasi niente.

Quasi niente? Allora, com’è che schiere di indagati in questi anni sono corsi a nascondersi dietro quel riparo, se conta quasi niente? Perché c’è voluta la pressione del malcontento popolare per vedere le Camere concedere finalmente qualche arresto? Perché un parlamentare può dare del cretino al prossimo e il prossimo non può dare del cretino a lui?
Comunque, lasciamo stare e prendiamo per buona l’affermazione che l’attuale immunità parlamentare si riduce ormai a poca cosa. Bene. Se è così, la questione della disparità costituzionale può essere risolta facilmente: togliete l’immunità anche ai Deputati e tutti i cittadini saranno finalmente uguali – almeno in questo – di fronte alla legge.