CIA: “Monferrato patrimonio Unesco grande opportunità: peccato per l’esclusione di acquese e ovadese”

cia_unescoAnche il territorio alessandrino è diventato Patrimonio dell’Unesco. Il Monferrato degli Infernot rientra nei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato diventato ufficialmente patrimonio mondiale dell’umanità. La conferma definitiva è arrivata dal comitato dell’Unesco, riunito a Doha, nel Qatar.

Gli Infernot, di cui Casale Monferrato è il sito principale, sono uno spazio scavato interamente nel tufo, situato sotto il livello del terreno, privo di fonti luminose naturali o aerazione diretta. Sono grotte a diversi metri sotto terra, ideali per lasciar riposare il vino grazie alla temperatura che si mantiene costante. Una loro caratteristica è anche quella di assicurare un clima e un’umidità costanti, come si richiede per la conservazione del vino imbottigliato.

Il Piemonte (e la provincia di Alessandria) è arrivato quindi al traguardo con una candidatura nata oltre dieci anni fa.

“È la prima volta che l’Unesco riconosce un paesaggio vitivinicolo italiano quale bene unico al mondo – commenta Gian Piero Ameglio, presidente provinciale CIA Alessandria-. Gli imprenditori agricoli hanno dipinto il territorio e lo hanno mantenuto nel tempo, cambiandolo in positivo. La nomina è una grande occasione di promozione del territorio, attraverso le uve e il loro vino; è un vantaggio per chi è direttamente coinvolto ma lo sarà anche l’indotto, con le attività legate al turismo e alla promozione. La nomina comporta ottime opportunità ma anche l’impegno dei vincoli imposti agli imprenditori, come le regole comuni applicate all’edilizia e al mantenimento rurale che dovranno essere rispettate”, conclude il presidente.

Soddisfatto ma anche critico il direttore provinciale CIA Alessandria Carlo Ricagni, che dichiara: “Eravamo partiti con aspettative fortemente elevate, che vedevano la provincia di Alessandria molto più coinvolta. Le zone dell’ovadese e dell’acquese, purtroppo, sono rimaste fuori dalla nomina a seguito dei correttivi imposti dal comitato nelle fasi avanzate della candidatura. Ma le opportunità sono da cogliere per tutti: si possono trarre risultati positivi anche da questa situazione “ridimensionata”, che conferisce comunque grande pregio al settore viticolo del Piemonte”.

Si tratta del 50mo sito italiano che ottiene il riconoscimento Unesco. Sono sei, oggi, i territori d’eccellenza entrati nell’Heritage List dell’Unesco; oltre al Monferrato degli Infernot: la Langa del Barolo, il Castello di Grinzane Cavour, le Colline del Barbaresco, Nizza ed il Barbera, Canelli e l’Asti spumante. Un’area distribuita in tre province, che copre un’estensione di 10.789 ettari in 29 Comuni.