Questa volta, per CorriereAL, un breve ma intrigante scritto.
Una leggenda poco conosciuta e ricordata – forse solo più dal nostro Danilo Arona, cultore del thriller e del mistero alessandrino – è quella della “Suclén-na dra Cararóla” (Zoccolina della Canarola). La nostra città, oltre che grigia, è stata dunque anche nera? Lo lascerebbero supporre queste brevi righe, che rammentano l’episodio.
Nelle notti di plenilunio gli abitanti delle vie S. Marco e dell’Olmo sentivano un sinistro rumore di zoccole strascinate sull’acciottolato. Qualcuno che aveva avuto il coraggio di affacciarsi alle finestre assicurava che era un fantasma uscito dal convento delle Orsoline di S. Maria dell’Olmo e che si dirigeva verso la casa dell’Inquisizione, la dimora cioè dei Domenicani di S. Marco e poi svaniva. Dal campanile squittivano le civette e poi la città piombava in un silenzio di paura.
Dicevano fosse l’anima inquieta di una giovane suora, condannata dagli inquisitori per una presunta colpa amorosa. Non sapeva darsi pace e tornava quindi a rivedere quei luoghi. Per ricordare il suo amore o per perseguitare i suoi accusatori? Quien sabe? A ciascuno la sua interpretazione. Però, io consiglierei gli alessandrini, adesso che il tempo è bello, nella prima notte di luna piena, verso mezzanotte, di fare quattro passi intorno a quello che oggi è l’Istituto Magistrale. Sono sicuro che, ad un orecchio attento, non sfuggirà il “clippete-clappete” della nostra monachella di Monza.