Leggendo nei giorni scorsi sul Piccolo l’articolo del nostro amico Massimo Brusasco sul valore del patrimonio del Comune di Alessandria, il primo elemento che saltava agli occhi era un dato: secondo l’inventario patrimoniale della Città di Alessandria, aggiornato al 31 dicembre 2013, l’insieme complessivo di tutti i beni e le proprietà immobiliari che fanno a capo a Palazzo Rosso (comprese quelle indisponibili, ossia che non si possono vendere) ammonta a poco più di 150 milioni di euro. Molto, ma molto meno dunque di quei 500-600 milioni di euro che, fino a non tanto tempo fa, l’ex sindaco Fabbio indicava come valore complessivo di riferimento. Ammettiamo pure che all’epoca si comprendessero nel computo anche le partecipazioni nelle varie aziende (quasi tutte in perdita secca o fallimento peraltro, a parte Amag), ma è comunque evidente che i conti non tornano.
Lo diciamo senza polemica, e anzi ci piacerebbe che qualcuno ci chiarisse come stanno davvero le cose: perchè altrimenti questo sarebbe l’ennesimo esempio delle ‘chiacchiere in libertà’ della politica di casa nostra (italiana, non solo alessandrina) che spara cifre a vanvera, poi le smentisce, o se ne dimentica voltando pagina, e via andare.
Quindi: il patrimonio del Comune di Alessandria vale 150 o 500 milioni di euro? Grazie a chi ci fornirà una risposta chiara.
Per il resto, Brusasco nel pezzo ha già detto, o lasciato intendere, quasi tutto: buona fortuna ai tanti creditori, e oggi forse in generale a tutti coloro che, per scelta o necessità, lavorano con enti pubblici.
E un’ultima postilla: 150 o 500 milioni, son comunque stime. Il valore vero è quello determinato dalla domanda e dall’offerta. E oggi, ad Alessandria, in tanti casi coincide purtroppo con lo zero assoluto, per gli immobili pubblici. E con un passivo annuale determinato da tanti balzelli nuovi e vecchi per gli immobili privati sfitti. Teniamolo presente.