Un po’ lo sapevo nel momento in cui ho appoggiato le mie chiappe sul cemento delle tribune dello stadio «Bailo» di Serravalle, un po’ lo sto realizzando adesso, un po’ lo capirò tra vent’anni come tutte le cose importanti degli anni del liceo che ho capito solo da poco. Libarna-Kras Repen è stata l’ultima partita della stagione 2013-14 per quanto riguarda le squadre della provincia di Alessandria ed anche se del giornale sono usciti ancora due numeri, i verdetti sul campo sono finiti lì.
Guardo indietro senza rabbia e penso a tutto quello che ho passato in questa stagione: il caldo assurdo del preliminare di Coppa Italia fra Novese e Albese; l’essermi perso le due partite ufficiali sulla panchina del Derthona di Guidoni; il derby Derthona-Novese giocato a Valenza e la tribuna stampa con un lamierato a far da parete sullo sfondo che ci cuoceva a puntino; lo stadio della Gaviese con Fantini avversario che forse è arrivato a fine carriera e forse no e da come era andata la partita si poteva capire come sarebbe andata la stagione; Scarnecchia e la sua difesa a tre e l’accento romano ed i modi gentili e le sneakers bianche; la pioggia ed il fango del campo di Stazzano dove brillava quel diamante di Elena Zignone; le levatacce alla domenica mattina per seguire un gruppo di 1997 che mi hanno fatto sbalordire, applaudire, incazzare, sperare ed infine essere orgoglioso di averne raccontato tutta la stagione; lo spareggio a Bosco Marengo fra ventidue ragazzi che in un mondo ideale avrebbero dovuto essere nella stessa squadra e non avversari; la pioggia al campo di via San Marziano quando sono andato con un’ora d’anticipo a vedere Novese-Tiger Novi 99; lo 0-6 della Novese con il Borgosesia e «Jump»; Banchieri che viene esonerato alla dodicesima di campionato perchè fuori dai playoff e poi la Novese rischia di retrocedere; la conferenza stampa con la presentazione di Raul Longhi e «Once contra once»; le ragazze del Derthona calcio femminile che si allenano nella nebbia; la maglia del Mornese in mano a Papa Francesco; l’Acqui che non sembrava potersi fermare mai; il ritorno di Scarnecchia a Tortona e con lui Priolo, Serra, Stankovic e Farina per cambiare un destino già scritto; la Novese di Cotta che vince con il Santhià soffrendo ma dimostrando di non essere morta; l’Arquatese che nello scontro diretto batte 4-0 il Savoia e vola verso la Promozione; la mia prima volta allo stadio dell’Alessandria non da tifoso ma da giornalista ed il mistero della password della wi-fi; il Derthona che vince nel fango con il Sestri Levante e fa un passo non da poco avanti; il Castellazzo di Lovisolo che passa in quattro mesi dai playout ai playoff; l’Alessandria che sotto i miei occhi rimonta Bassano e Mantova e si assicura un posto nella C unica; i sorrisi eterni dei ragazzini delle scuole calcio; le lacrime di Fiori, portiere dell’Ovada dopo l’1-2 a San Giuliano Nuovo; la Novese che pareggia 1-1 in casa con la Lavagnese e mette mezzo piede in salvo, l’altro lo appoggerà a Vado vincendo 2-1; il baretto con i tavolini, la pista da ballo in cemento e le sedie in plastica vicino al campo del Fresonara; il Derthona che perde 3-1 a Carate e va ai playout; il Libarna che vince 4-0 in casa con il Busca e va ai playoff; le reti di Chirico su rigore e Gilio che liberano un urlo atteso per un anno; i ragazzi del Derthona Allievi fascia B che vincono la Coppa Piemonte perdendo una sola partita in tutto l’anno; il muro umano dei ragazzi di Merlo che resistono 8 contro 10 più di mezz’ora alla Cheraschese e vanno ai playoff Nazionali per un sogno che si chiama serie D e che purtroppo resterà tale e che svanisce proprio novanta minuti dopo che mi ero seduto sui gradoni di cemento descritti all’inizio. Ed a proposito di cose del liceo che ho compreso solo da poco, mentre guidavo per tornare a casa mi sono sentito proprio come i professori che continuano a vedere passare gente che entra nella loro vita, ci resta per un po’ o per poco e non sempre per loro voglia, e poi si sposta in altri palcoscenici.
Sabato ho visto mia figlia prendere confidenza con un grande prato verde e, dopo un po’ di titubanze, correre felice sull’erba tagliata di fresco come se fosse casa sua. Ed ho capito che più che mai dopo questa stagione, ogni campo da calcio nel mondo è casa mia.
Le Cartoline di Calcio a colori vanno in ferie per un po’. Torno sicuramente a settembre, probabilmente prima, ché ci sono prima i Mondiali e poi i ritiri. Ma adesso, più che mai, è il momento di riposare e godersi il profumo dell’erba bagnata delle prime sere d’estate.