Una società multiservizi, in diritto, è una società che si occupa dell’erogazione di due o più servizi pubblici come, ad esempio, la gestione del servizio idrico integrato (captazione, fornitura e depurazione acqua), dell’energia e la distribuzione del gas. Questa è, già oggi, la condizione della società AMAG a capitale interamente pubblico. Una multiutility, se si vuole usare il termine inglese, che ha sin qui acquisito la gestione dei servizi secondo il modello “in house providing”.
L’affidamento diretto di un servizio pubblico di rilevanza economica si ha tutte le volte in cui un ente pubblico, o un consorzio di Enti, decide di affidare la gestione del servizio, al di fuori del sistema della gara, avvalendosi di una società esterna – ossia, soggettivamente separata – che presenti caratteristiche tali da poterla qualificare come una “derivazione” dell’ente stesso. Da qui, l’espressione in house che richiama, appunto, una gestione in qualche modo riconducibile allo stesso ente affidante. E la cui attività, almeno nella misura dell’80%, deve essere riferita e riguardare il soggetto che ha deciso l’affidamento.
Una modalità di gestione – quella in house – che la spinta alle privatizzazioni delle società dei servizi pubblici locali impressa, secondo una logica liberista, dagli ultimi governi aveva, nel nostro Paese, cercato di precludere e rendere residuale, anche se in contrasto con le norme dell’Unione Europea. Modalità che il risultato dei due referendum abrogativi del giugno 2011 – sui servizi idrici, promossi dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua – ha invece rivalutato.
Mettendo anche in evidenza che le tradizionali logiche privatiste del libero mercato e della concorrenza poco si attagliano a società di servizi che operano in un ambito territoriale delimitato, con un’utenza definita, che godono di una tariffa da altri prefissata e in alcuni casi – come per il sistema idrico e il ciclo dei rifiuti urbani – con un affidamento pluriennale e in uno stato di sostanziale monopolio. Condizioni che non prevedono il rischio d’impresa, come un’attività di natura privata deve sempre mettere in conto, ma richiedono capacità nella direzione, organizzative e spirito di innovazione.
L’obiettivo della “Grande AMAG” – come mediaticamente viene detto – è, nella sostanza, quello di incorporare le due società, interamente pubbliche, che gestiscono il ciclo dei rifiuti: Amiu per la raccolta e Aral per lo smaltimento, e svolgono questi compiti per i Comuni del Consorzio alessandrino. Mantenendo la distinzione nei bilanci e nella direzione dei vari servizi, ma superando le duplicazioni di presidenze e Consigli di Amministrazione, operando economie di scala, funzionali ed organizzative.
Una importante operazione di politica industriale nei settori dei servizi pubblici più importanti e strategici dell’Ente, una scelta presente nel Programma di mandato della maggioranza che governa il Comune di Alessandria, e la risposta più opportuna ed organica al disastro economico, gestionale e al netto peggioramento qualitativo del servizio rifiuti causato da decisioni politiche sbagliate e prive di logica.
Una operazione in grado di unificare raccolta, riciclo e smaltimento – con un indirizzo che assegna la priorità alla riduzione e alla differenziazione dei rifiuti – e permette, grazie a questa riorganizzazione, di difendere gli attuali lavoratori occupati di Amiu e Aral. Un’operazione resa possibile dal recupero economico e organizzativo avviato in AMAG e, soprattutto, dal credibile assetto di governo che lo società si è data e che rappresenta una garanzia di affidabilità per gli istituti di credito.
L’opposizione a questo progetto, che consolida e accresce il ruolo della principale società multiservizi pubblica della città di Alessandria, è stata, nella sostanza, portata avanti solo dall’ex sindaco che, non avendo una proposta alternativa, ha lamentato un’urgenza eccessiva nelle procedure e cercato di alimentare timori e preoccupazioni tra gli altri comuni soci di AMAG. Un’impresa improba, vista l’esperienza della gestione di AMAG durante la passata amministrazione, caratterizzata da una direzione personalistica e centrata esclusivamente sul comune capoluogo, con una scarsissima o nulla considerazione nei confronti delle esigenze e dei problemi dei piccoli comuni.
La cosa vera è che se – come auspico – l’acquisizione da parte di AMAG delle aziende che si occupano della gestione dei rifiuti nei comuni dell’alessandrino avrà successo e si affermerà, risulterà in tutta evidenza il fallimento dell’amministrazione Fabbio nel decisivo comparto, in particolare per i cittadini, dei servizi pubblici: rifiuti, trasporti, socio assistenza. Anche perché segnerà, dopo l’impegnativo, ma indispensabile, risanamento dei conti e il conseguimento del pareggio di bilancio, la prima vera svolta nelle politiche dell’attuale Amministrazione. A cui altre potranno e dovranno seguire.
*Consigliere Comunale di SEL