Giugno 1982
Enzo Bearzot, con la sua pipa ricca di storia e di preoccupazioni, dichiarava il silenzio stampa.
Le ultime performance della Nazionale nel girone eliminatorio del Mondiale di Calcio in Spagna hanno ricevuto critiche aspre: i superpremi dei giocatori uniti ai risultati deludenti avvelenano l’atmosfera.
Dino Zoff è il portavoce di una squadra bella, che sa giocare al calcio e ha una sua presentabilità.
Giugno 2014
Si parte per l’altra parte del mondo ad affrontare un Mondiale di Calcio che ha perso il fascino dell’unicità. Il Brasile vale come la Germania o il Sudafrica.
Oggi il calcio pervade quotidianamente le tivvù con spettacoli fitti e di scarso valore qualitativo.
Superpremi e risultati deludenti? Non se ne parla più.
Il frontman è Balotelli.
Sono passati trentadue anni ma paiono tre secoli.
Del resto non ci sono più il vinile, i nastri magnetici, il telefono a filo, il tubo catodico, la macchina da scrivere, il finestrino a manovella, il sabato a scuola, il campetto sotto casa, i negozi chiusi la domenica, la penna stilografica, le attese in banca, il telegramma di condoglianze, il ruolo di libero, le finte e il doppio passo, le pettinature normali, la moviola semplice, la lentezza del ragionamento di gioco, lo scatto felino sulla fascia, il cross morbido, il colpo di testa preciso nel sette, la dura di Gentile, l’anticipo di Scirea, l’urlo di Tardelli, l’abbrivio di Pertini, la voce di Martellini, l’inno di Mameli senza fischi.
Restiamo in attesa mondiale.
Chiunque vinca sarà un successo.