Salta Grillo a Novi: bandiera bianca a 5 Stelle? [Controvento]

Grillo Gallodi Ettore Grassano

A Controvento già scritto e impaginato, arriva la marcia indietro serale: Contrordine compagni, anzi cittadini pentastellati.

Niente Grillo a Novi stasera, il Beppe nazionale pare averci ripensato. Non sappiamo con quali motivazioni ufficiali, ma evidentemente ‘rovesciare il baraccone’ (l’espressione è di esponenti del centro destra novese: significa spezzare l’egemonia cittadina della sinistra, e poi centro sinistra, che in città dura in sostanza dal dopoguerra) è parso in questo contesto al leader pentastellato così improponibile, da preferire la marcia indietro. Insieme certamente a ragioni di altro tipo, di respiro più generale e nazionale.

Ed in effetti, se il centro destra novese non riuscì a fare ‘il colpaccio’ cinque anni fa, quando le condizioni c’erano tutte, o quasi, era illusorio potesse pensare di riuscirci ora (ci riferiamo ai proclami dei giorni scorsi), per mano ‘grillina’.

Però, diciamocelo, rivedere Grillo sul palco stasera sarebbe stato interessante, per capire se e come la strategia comunicativa del Movimento sia destinata a cambiare alla luce dei risultati elettorali.

Che, badate bene, tanto catastrofici a noi non sono sembrati: 17 rappresentanti in Europa (contro 0 di qualche settimana fa) e 8 consiglieri in Regione Piemonte  (contro i precedenti 2, di cui uno poi uscito a metà percorso) sono dati mica da ridere per un soggetto politico nato solo 5 anni fa, e che oggi è la seconda forza del Paese.

Certo, magari prima delle elezioni c’è stato anche chi si è illuso (e, dall’altra parte, chi si è spaventato) di fronte alla falsa prospettiva della presa del Palazzo, ma noi veramente lo abbiamo sempre sostenuto: i 5 Stelle non potrebbero governare l’Italia neanche con il 55% dei voti, come non l’avrebbe governata il Pci negli anni Cinquanta. E non bisogna essere dei geni per capirlo.

E tuttavia questo forfait di Grillo (“ma ci sarà Di Battista“, ha provato ad attutire il colpo ieri sera un esponente dei 5 Stelle: ma non ci credeva neanche lui, e ci siamo messi a ridere) è un atto di autolesionismo bello e buono, e un brutto segnale dato agli attivisti del Movimento in provincia: meglio non organizzarli proprio certi eventi, piuttosto che dover annunciare il forfait del ‘leader maximo’ all’ultimo momento, dando l’impressione di lasciare i militanti locali al loro destino.

A Novi Ligure dunque Rocchino Muliere può probabilmente dormire sonni tranquilli, e cominciare a fare le prove con la fascia tricolore da primo cittadino. E il centro destra novese prepararsi ad un altro quinquennio di opposizione (magari consociativa: nelle città piccole ci si conosce tutti…), cercando di ricostruirsi pezzo per pezzo, senza delegare a terzi il rovesciamento del ‘baraccone’. Ma questo, in fondo, vale anche per lo scenario nazionale.