Il dissesto di Alessandria ha radici lontane nel tempo che risalgono a oltre 15 anni fa. Le amministrazioni che si sono succedute al Governo della città hanno contribuito per motivi diversi e con vari livelli di responsabilità a determinarne le cause. Le stesse possono essere riassunte come segue: una politica conservatrice e scarsamente lungimirante nel pianificare e realizzare piani di sviluppo per il futuro quali insediamenti nelle zone industriali e investimenti in logistica, l’eccessiva superficialità da parte di altre (in particolare la precedente Amministrazione) che ha speso più di quanto entrava nelle casse comunali, sino alla inevitabile resa dei conti.
Il lavoro svolto negli ultimi due anni dall’attuale Amministrazione ha consentito, pur tra mille difficoltà ben note a tutti i cittadini, (pensiamo a chi ha perso il posto di lavoro) di raggiungere il pareggio di bilancio primo e indispensabile obiettivo per dare avvio alla successiva ripresa. Questa fase è già iniziata con la costruzione attualmente in corso del nuovo ponte Meier e a breve, nel contesto del progetto PISU, con l’apertura di 10 cantieri per la riqualificazione dei borghi Rovereto e Cittadella, che dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno 2014.
Infine si sta lavorando sul progetto di creazione della multiutility Amag, che incorporerà Aral e Amiu e che si prefigge di conseguire i seguenti obiettivi: mantenimento dei servizi essenziali (acqua, gas e ciclo dei rifiuti sotto il controllo pubblico), miglioramento dell’efficienza, aumento delle dimensioni del gruppo per renderlo più appetibile nel caso si ritenesse di ricercare un partner e maggiore controllo per il rischio di infiltrazioni mafiose. Va altresì ricordato che Amag, ottemperando ad una delibera della Giunta, ha assunto con un contratto di sei mesi (rinnovabile) i 15 dipendenti del teatro attualmente disoccupati.
Peccato che questo importante lavoro corra il rischio di essere parzialmente offuscato dall’immagine di degrado della città dovuta fondamentalmente a due motivi: I ritardi e la qualità nella manutenzione del verde che non sono il massimo (anche se le Cooperative fanno del loro meglio) e del resto non si può pretendere molto di più considerando la necessità di contenere i costi. Ma sopratutto la scarsa pulizia della città e a tale proposito è vero che cittadini incivili sporcano (agevolati anche dalla pessima decisione di posizionare i cassonetti dei rifiuti su strada) ma va anche detto che l’Amiu si limita a passare con la spazzatrice sulle strade, mentre ci sono aree come i marciapiedi, i piccoli piazzali, i viali alberati e le aree intorno ai cassonetti dove è necessario intervenire manualmente, un servizio che, diversamente dal passato, oggi non viene più effettuato.
Quest’ultimo compito dovrebbe essere di competenza della partecipata Amiu, una società con 192 dipendenti, molti di più di altre aziende delle stesso settore e con un identico bacino di utenza. Va inoltre ricordato che per ridurre i costi all’Amiu sono stati tolte alcune funzioni quali la manutenzione del verde, la pulizia delle caditoie e la rimozione della neve ma i dipendenti in organico sono rimasti praticamente gli stessi. Alla luce di quanto sopra e considerando che sino a due anni fa la città era mantenuta pulita e in ordine, la domanda che giustamente si pongono i cittadini (che per questo servizio pagano le imposte locali ai massimi livelli) è la seguente: “perchè non si riesce ad impiegare il personale Amiu in evidente eccesso, in interventi sul territorio per pulire le strade e altri lavori necessari al decoro della città?”. Se le macchine hanno dei problemi a causa della situazione finanziaria, va ricordato che per questo lavoro quantomeno in una fase di degrado emergenziale come questa, bastano le ramazze e la volontà da parte di tutti di dare un contributo alla città in un momento difficile della sua storia.
Pier Carlo Lava – Alessandria