Cari sindacati [Il Citazionista]

sciopero_trenidi Andrea Antonuccio.

«Ci scusiamo per il disagio»
(Torino, Stazione Porta Nuova, 29 maggio 2014)

Giovedì scorso salgo su un treno Italo, quello di NTV (Montezemolo & Friends, per capirci). La mia tratta è Napoli Centrale-Torino Porta Susa e successivamente, nel tardo pomeriggio, Torino Porta Nuova-Alessandria  per rientrare a casa.

Di Italo ne avevo già preso uno il giorno prima, all’andata (Torino-Napoli), ed ero rimasto colpito dalla pulizia delle carrozze, dalla cortesia del personale e dalla comodità del viaggio. Il ritorno conferma l’ottima impressione dell’andata, a cui si aggiunge il piacere di arrivare puntuali, al minuto spaccato.

Sceso a Porta Susa decido di fare una passeggiata fino a Porta Nuova. E’ una bella giornata e Torino è bellissima. A Porta Nuova però scopro dell’esistenza di uno sciopero, proclamato da Or.S.A. Ferrovie e USB Lavoro Privato. Dal comunicato, scovato su internet, leggo che “sarà coinvolto il personale di Trenord, RFI, Italo e Trenitalia“.

Sarà che i dipendenti di Italo hanno preferito lavorare, ma sul loro treno non mi sono proprio accorto di nulla. Mentre lì, a Porta Nuova, affidato nuovamente alle amorose mani di Trenitalia, guardo sconsolato il pannello con le linee cancellate, insieme ai tanti pendolari del rientro e a diversi turisti, anche stranieri, visibilmente sconcertati.

Sto lì per tre quarti d’ora, in attesa che accada qualcosa. Poco prima delle 18, un po’ a sorpresa, viene annunciato l’Intercity per La Spezia sul binario 1. Spronato da un pendolare di vecchia data, corro verso il binario, salgo sul treno e mi siedo velocemente. Di lì a poco la carrozza si riempirà in ogni ordine di posti, anche nei corridoi.

Arrivato a casa mi metto subito a cercare il volantino sul sito dell’Or.S.A., scoprendo così che lo sciopero è stato indetto per ribadire la contrarietà dei sindacati verso una “riforma del sistema pensionistico errata; che affida la sicurezza ferroviaria ad anziani di 67 anni”.

Mi auguro, cari sindacati, che la questione sia seria e voi abbiate ragione al 101%. Perché, vedete, alla fine i vostri scioperi colpiscono chi non c’entra nulla: i viaggiatori. E le “scuse per il disagio”, ripetute negli altoparlanti della stazione ogni cinque minuti, hanno il gusto di una amara presa per i fondelli.