Le insidie del web

Caprioglio Ilariadi Ilaria Caprioglio*

La Net Generation non comprende come nella Rete si rispecchi il mondo reale con le sue luci e le sue ombre. La capillarità del web consente il proliferare della pedofilia attraverso il grooming,   adescamento online di giovani vittime, o attraverso i siti che promuovono la “pedofilia culturale”, inneggiante alle pratiche pedofile descritte come esperienze ideologicamente positive. La tecnologia ha semplificato tutto e isolato tutti: la maggior parte dei minori naviga senza il controllo di un adulto, imbattendosi in scene sempre più violente, e accessibili con un click, di sesso estremo come quello rappresentato negli snuff video, dove la vittima risulta essere torturata oppure uccisa dal suo carnefice.

Spesso, invece, è il giovane l’autore di immagini e video a sfondo sessuale di cui, una volta messi in rete, perde il controllo: è il caso del sexting attraverso il quale si rendono pubbliche su Internet situazioni di intimità a volte, come accade nel porn revenge, con un ex partner al fine di vendicarsi per l’abbandono.

L’educazione sessuale dei giovani, sempre più virtuale, passa ormai attraverso siti a luci rosse come YouPorn che, dalla sua nascita, ha totalizzato oltre 93 miliardi di visualizzazioni. Sta dilagando, inoltre, il fenomeno delle ragazze che si mettono in vendita, senza percepire la mercificazione del loro corpo, attraverso gli oltre 5 milioni di video amatoriali oppure per mezzo delle webcam chat. E ancora, online esistono oltre 300mila siti pro-Ana e pro-Mia che istigano a pratiche alimentari pericolose.

Immagini di magrezza malata hanno invaso social network come Instagram, dove foto di corpi scheletrici raccontano l’anoressia meglio delle parole e nutrono lo spirito di emulazione di chi si ispira alla dea Ana. La rete amplifica anche il fenomeno del bullismo fra i giovani che postano commenti diffamatori, sovente in forma anonima come avviene sulla piattaforma sociale Ask spingendo, come già accaduto, al suicidio delle giovani vittime. Tutte situazioni alimentate anche dalla scarsa attenzione di insegnanti e genitori verso il mondo del web che, sovente, rifiutano a priori comportandosi da cyber struzzi e lasciando i giovani in balia di questo mare magnum virtuale ricco di insidie reali.

E’ necessario abbattere il muro che separa il mondo adulto, quello dei migranti digitali nati in un mondo analogico e cartaceo, dai digital kids che parlano il linguaggio digitale e sanno destreggiarsi nell’universo virtuale senza, però, le dovute misure precauzionali. Diventa un’esigenza improcrastinabile sensibilizzare sui pericoli nascosti nella Rete, per evitare che da formidabile strumento conoscitivo, si trasformi in trappola per pesciolini sprovveduti e poco attenti alla web reputation.

*Avvocato e autrice dei romanzi Milano Collezioni andata e ritorno, Gomitoli srotolati, Come sopravvivere @ un figlio digitale, del manuale Mi nutro di vita -Liberodiscrivere Edizioni- e del saggio Senza limiti. Generazioni in fuga dal tempo edito -Sironi Editore-. Vice-presidente dell’associazione Mi nutro di vita impegnata nella lotta ai disturbi del comportamento alimentare, promuove nelle scuole italiane progetti di sensibilizzazione sugli effetti della pressione mediatica. Collabora con Riviste e Festival culturali. E’ Responsabile di redazione del bimestrale culturale La Civetta del Circolo degli Inquieti. Sposata, ha tre figli.