Il clima era quello della festa, ma non sono mancati momenti di analisi politica, ed è stata anche l’occasione, per Paolo Filippi, di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Ieri sera, al Circolo Canottieri di Alessandria, c’era tutto lo stato maggiore ‘dell’altro Pd’. E anche se la definizione piacerà a pochi, forse a nessuno, ignorare che, almeno a casa nostra (altrove non sappiamo) il Partitone da 40% è in realtà diviso in due sarebbe ipocrisia pura.
Certo, il pari e patta alle regionali (Domenico Ravetti da una parte, Walter Ottria, nella foto, dall’altra) potrà anche accontentare tutti, e magari ‘stemperare’ le tensioni. Ma l’impressione è che le due anime del Pd alessandrino continueranno ad avere rapporti tutt’altro che idilliaci per un bel pezzo.
E non si tratta, badate bene, semplicisticamente di un “Filippi e i suoi amici’ contro tutti gli altri, ma di qualcosa di un po’ più complesso e che andrà analizzato con attenzione, o almeno questo ad oggi ci è dato di intuire.
Ieri sera, comunque, si festeggiava l’elezione di Walter Ottria (sindaco di Rivalta Bormida, e capogruppo Pd in Provincia, fino allo scioglimento prossimo venturo del 21 giugno), che è apparso emozionato, determinato, certamente anche stanco.
“Sono state giornate incredibili, l’altra notte non ho chiuso occhio, e la mattina è arrivata la notizia dell’elezione: non lo nego, avendo uno spirito competitivo io correvo per vincere, e aver centrato l’obiettivo è stato il frutto di un grande lavoro di squadra”.
Ottria ha speso parole di grande riconoscenza per tutti, ma prima di tutto per il padrone di casa, Paolo Filippi. Che ha saputo tenere la scena da consumato prim’attore senza averne l’aria, e ha comunque negato al cronista qualsiasi imminente ambizione politica, a partire dalla possibilità di far parte della giunta Chiamparino: “io finisco stasera e, se mi consentite una punta di orgoglio, finisco con una vittoria: ottenuta nonostante tutto l’apparato del Pd provinciale ci abbia remato contro. A partire da un viceministro, per passare ai deputati del partito, a tutta la nomenklatura locale. Tutti costoro avrebbero voluto una gara di facciata, tra predestinati. Che Walter Ottria abbia ottenuto più di 3.500 preferenze, sfiorando il primo classificato e staccando il terzo, in queste condizioni è assai significativo”.
Sul fronte Provincia Filippi dichiara: “il nostro percorso si conclude tra meno di un mese. Poi valuterò se accettare o meno di fare il commissario: francamente non ci ho ancora pensato”.
E se a festeggiare Ottria ieri sera erano in tanti, ad affiancare in piedi il neo consigliere regionale e il suo ‘mentore’ Paolo Filippi durante il discorso di ‘incoronazione’ c’era il ‘gruppo ristretto’ che ci ha creduto fin dalla prima ora: tra cui il sindaco di Alessandria Rita Rossa, il vice presidente della Provincia Gianfranco Comaschi, il sindaco uscente di Rocca Grimalda Fabio Barisione, e il ‘civatiano’ Beppe Monighini.
Proprio a Monighini spetta la lettura di un breve, incisivo racconto dell’indimenticabile Beppe Viola, che mutatis mutandis i supporters di Ottria dedicano ‘al terzo classificato, e al suo stratega Fabio Slungatti”.
Ecco il racconto.
...Quello seduto si chiamava Slungatti. Gli avevano messo quel nome perché una volta aveva una cifra mai vista su Barracuda a sette. Era avanti cento metri e uno dalla tribuna aveva gridato: fermala Sergione… La cavalla sbandò leggermente verso sinistra e si abbatté sulla pista. Aneurisma. Vinse il favorito che avevano giocato tutti. A lui gli prese l’attacco epilettico e arrivò l’autoambulanza che prima aveva portato in scuderia Barracuda. Lui stette almeno venti minuti sotto la tribuna a dibattersi per terra, con gli occhi fuori dalla testa e la bava alla bocca.
“Va come si slunga”, disse uno che aveva giocato il favorito.
Quando si ripresentò a San Siro lo chiamarono Slungatti.
Non è difficile, passando dall’ippodromo alla politica di casa nostra, vedere far capolino nel racconto (doveroso precisarlo per i non addetti ai lavori) le figure di Graziano Moro e Fabio Scarsi.
Più diplomatico, ma non meno incisivo, l’intervento del sindaco di Alessandria Rita Rossa: “Il Pd nel suo complesso ha ottenuto un grandissimo risultato, e questo credo sia un motivo di gioia per tutti noi. Il fatto peraltro che ci sia stata competizione vera ha consentito di portare al voto anche elettori che, senza l’impegno di tutti noi, si sarebbero astenuti, o sarebbero andati altrove. Per cui mi sarei francamente aspettata da parte di chi guida il partito alessandrino un po’ più di entusiasmo, magari una bella festa tutti insieme. Noi comunque abbiamo saputo, come Renzi, alzare l’asticella dei nostri cuori, e siamo stati premiati: vorrei ricordare anche l’importante successo di Daniele Viotti. Eletto in Europa grazie, come nel caso di Walter Ottria, ad una campagna elettorale fatta con pochissime risorse finanziarie, e un impegno straordinario sul territorio. Mi auguro ora che sia possibile costruire ad Alessandria un nuovo Pd, all’altezza delle aspettative dei nostri elettori. E credo che anche a Torino non potranno non tener conto della nostra forza, del nostro entusiasmo, e delle competenze amministrative che il nostro gruppo è in grado di esprimere”. A buon intenditor….
Brindisi finale con lo spumante 51,151, prodotto dall’indimenticato campione di ciclismo Francesco Moser per festeggiare il suo record del mondo dell’ora su pista. “L’ho stappato – sottolinea Filipppi – in occasione delle mie vittorie in Provincia nel 2004 e nel 2009, e ne ho offerto una bottiglia anche a Rita Rossa due anni fa, quando fu eletta sindaco. E’ giusto brindare con questo spumante beneaugurante anche stasera”. Ed è lo stesso Filippi ad ammettere: “ne conservo comunque ancora qualche bottiglia da parte, non si sa mai…”.
Ettore Grassano