È uno sport con una lunga tradizione alle spalle, ed è praticato a livello internazionale in buona parte del mondo: il rugby nell’immaginario comune viene associato allo scontro fisico, alla lotta contro l’avversario per conquistare la mitica palla ovale. In realtà, dietro a questo sport ci sono storie di fatica, di sudore, di contrasto leale e soprattutto di rispetto e sì, a volte anche di ossa rotte. Ma alla fine costituisce una sana occasione di socialità, di condivisione e anche di solidarietà.
I Barberans Vino e Rugby sono la squadra ‘old’ dell’Alessandria Rugby, società che annovera tutte le categorie giovanili: una squadra senior che milita in serie C, una squadra femminile e anche una squadra Old, i Barberans appunto. Nati nel 2003 (l’anno scorso hanno festeggiato i loro 10 anni), sono appena tornati da una trasferta in Francia, dove hanno partecipato ad un torneo a Mont de Marsan nelle lande francesi.
Lorenzo Nosenzo, uno dei fondatori della squadra, e Matteo Gatto, membro del consiglio direttivo dell’Associazione sportiva, ci raccontano questo mondo fatto di competizione, di amicizia, di convivialità e di ‘terzi tempi’.
Lorenzo, la prima domanda che mi viene in mente è che cos’è il terzo tempo nel rugby?
Una volta conclusa la partita, le squadre si trovano a competere a tavola. È questo lo spirito di fondo che caratterizza questo sport: in campo si è avversari, ma amici una volta terminata la gara. Come potrai capire dal nome del nostro club, in quanto piemontesi abbiamo una predilezione per il vino, in particolare per il barbera con il quale innaffiamo le libagioni del dopo partita. Il terzo tempo è una pratica comune a tutte le categorie, un momento conviviale che per noi ‘old’ consiste in un menù decisamente ricco, mentre per i ragazzi di solito si organizza una pasta o una pizzata.
Siete da poco tornati dalla Francia, com’è stata quest’esperienza? E, soprattutto, il terzo tempo è stato all’altezza delle vostre aspettative?
Assolutamente sì – ammette sorridendo. Precisamente siamo stati a Mont de Marsan, nelle lande francesi, appena sopra il confine con i Paesi Baschi, dal 30 aprile al 4 maggio, per ricambiare la visita ricevuta l’anno scorso dagli Escamats Ortolans. È stata un’esperienza molto bella: ci siamo scambiati i prodotti tipici, abbiamo partecipato alla tradizionale corsa con le vacche, abbiamo visitato la fabbrica dell’Armagnac … insomma, uno scambio di cultura vero e proprio.
Sì, ma sul manto erboso vi siete fatti onore?
Abbiamo disputato tre partite: una contro la squadra ospitante, gli Ecamats appunto, una contro i Breda, che sono di un paese vicino a Bordeaux, e l’ultima contro La Base i cui giocatori fanno parte di una base militare dell’aviazione nella zona delle Lande.
Abbiamo vinto contro i Breda e perso le altre due, ma considera che gli Escamats sono gli ex campioni old d’Europa. La Francia si può considerare il top rugbisticamente parlando: ai livelli del Sud Africa, Nuova Zelanda, Australia, Inghilterra, ecc.
Siete stati in trasferta in qualche altro paese europeo?
Per il momento siamo stati solo in Francia (due volte a Nizza e una volta a Hyeres), perché abbiamo i contatti per poterci muovere. Poi, come ti dicevo, la Francia ha una tradizione rugbistica molto forte, al punto che hanno addirittura una chiesa, forse l’unica al mondo, dedicata al rugby, la ‘Notre Dame de Rugby’ a Villenove de Marsan, che abbiamo avuto il piacere di visitare nell’ultima trasferta. Ci ha colpito molto anche l’accoglienza delle loro strutture sportive che sono di altro, altissimo livello rispetto alle nostre che sono invece quasi inesistenti: e si fa fatica a mantenerle in buone condizioni.
Matteo, come mai una squadra di cosiddetti anziani?
Perché il rugby, in Italia, si può giocare a livello agonistico solo fino ai 42 anni, limite decisamente più ampio nel resto d’Europa. Per questo motivo si costituiscono squadre ‘old’, per potersi cimentare ancora in questo sport, anche se con regole un po’ più soft rispetto a quelle tra i giovani, più che altro nella mischia. Il nostro club è nato per fare tornei estivi a fine stagione sportiva: facciamo tornei agonistici ma non valevoli per il campionato.
Arrivate tutti dal mondo del rugby, oppure praticavate anche altri sport?
No, non siamo tutti rugbisti. All’inizio, nel 2003, sì. Poi, quando abbiamo formato la squadra old, si sono interessati anche i genitori di ragazzi che giocavano nelle squadre dei giovani.
Io, per esempio – interviene Matteo Gatto – sono stato ‘tirato dentro’ da un amico, a livello amatoriale ovviamente. Diciamo che, con il passa parola, sono arrivate anche persone che erano al di fuori da questa realtà sportiva.
E tu Lorenzo, hai praticato solo il rugby?
Ho iniziato a giocare a rugby 14 anni. Mi piace il gioco dove ti confronti fisicamente con l’avversario. Ho provato a cimentarmi in altri sport di squadra, come il basket e anche il calcio, che ho lasciato perdere quasi subito perché sono negato …
Ma non è uno sport un po’ duro fisicamente?
Normalmente si immagina ci si dia un sacco di botte, in realtà ci sono regole ben definite e precise, di conseguenza c’è un contenimento dell’aggressività. Considera che la filosofia di fondo è il rispetto dell’avversario e la lealtà, per cui non si va mai oltre. Tra noi old, poi, spesso la partita è una scusa per trovarci, per stare insieme. Facciamo giocare tutti. In Francia, ad esempio, è entrato in campo anche chi si è allenato solo due volte in tutta la sua vita. Vincere piace a tutti, ma è giusto che tutti abbiano il giusto spazio per giocare. Nei Barberans ci sono giocatori di Alessandria e altri che arrivano da Acqui Terme e Cuneo che a loro volta hanno un team di old, ma chiunque voglia giocare con noi può farlo.
Lorenzo, tu sei un educatore al SERT – ASL … lo consigli ai tuoi ragazzi?
Assolutamente sì. L’educazione sportiva è un ottimo insegnamento per i giovani. Come società, la squadra è molto attiva nell’affiancare gli educatori di comunità per ragazzi con disagi. Sono stati effettuati molti inserimenti di ragazzi di comunità di diverse età. L’educatore accompagna i ragazzi agli allenamenti, quindi ha un rapporto diretto con chi lo segue in campo.
L’Associazione sportiva – interviene Matteo – sta collaborando anche con il reparto obesi del pediatrico infantile con il progetto ‘dai peso al tuo peso’, il cui scopo è quello di valorizzare ciò che in altri ambiti sportivi è un disagio personale, e nel rugby invece è un valore. Oltre al fatto di dare ai ragazzi una motivazione per occuparsi di sé stessi, affrontando così i problemi di accettazione e di autostima.
Matteo, che ruolo hanno gli old all’interno dell’Associazione sportiva Alessandria Rugby?
I Barberans sono un sostegno per l’Alessandria Rugby e per i molti progetti che mette in piedi.
Possiamo dire che gli old sono la spina dorsale della società di rugby: gestiscono il campo, gli eventi, gli allenamenti e i terzi tempi (le grandi mangiate) o le cene di fine campionato.
Ma non dobbiamo dimenticare il ruolo attivo delle Bonardas, la squadra femminile composta da mogli, fidanzate e madri di giocatori di rugby.
Parlavi dei progetti della società: siete attivi anche nel campo della solidarietà?
Sì, abbiamo organizzato una 24 ore di raccolta fondi in occasione del terremoto in Abruzzo, un torneo benefico per l’acquisto di un’ambulanza da destinare ad un Paese africano.
Lorenzo, raccontami una partita che ti è rimasta particolarmente impressa?
Beh, da giocatore senior, sicuramente quella che non ho giocato. Nel 2009, nell’ultimo allenamento prima dell’inizio del campionato ho avuto un brutto infortunio che mi ha costretto a seguire tutte le partite dalla tribuna, compreso quella della promozione in serie B. Capirai la gioia, ma allo stesso tempo l’amarezza di quel momento.
Mentre da giocatore old, posso dirti che è sempre l’ultima partita giocata, perché sei ancora fresco di emozioni e di adrenalina. In Francia, per esempio, hanno suonato con una banda di fiati l’inno nazionale e noi abbiamo cantato con loro e, anche se non eravamo molto sincronizzati, è stato comunque emozionante.
Avete riti propiziatori pre – partita?
Riti no. Ma essendo anziani, c’è gente che si fascia con i bendaggi dappertutto, tipo manichino del dottor Gibaud e negli spogliatoi si sente un odore pungente di creme riscaldanti…
Ricordi momenti difficili?
La perdita di un caro amico e compagno di squadra nel 2010, a cui dedichiamo ogni anno un torneo: ‘gli amici di Furio’.
Chi sono i vostri fan?
Di norma le mogli, le fidanzate, le compagne che sono le nostre più assidue sostenitrici e ci seguono anche nelle trasferte.
Hai anticipato la prossima domanda: le mogli come prendono la vostra passione, non sono stanche di lavare maglie sporche di fango o di dovervi accudire dopo una distorsione?
Diciamo che tollerano, la maggior parte tollera e qualcuna sostiene pure. D’altronde ciò che facciamo è sano!
Matteo, quali sono i vostri prossimi appuntamenti?
Il bello della stagione estiva inizia adesso, per esempio sabato prossimo saremo impegnati in un torneo ad Asti, nelle prossime settimane giocheremo a Cuneo, Rho, Santo Stefano Belbo, ecc.
A settembre in Alessandria ci sarà il torneo ‘gli amici di Furio’, fino ad arrivare all’autunno quando andremo a giocare in Umbria in occasione di eurochocolate.
Potete passare a trovare i Barberans al DLF, per fare un allenamento con loro e/o un brindisi a fine serata. Per altre informazioni, potete visitare la pagina facebook:
https://www.facebook.com/barberans.vinoerugby