L’ultimo credente di una fede non cristiana “rivolta verso il prossimo” (sic!!! ne esisteranno ancora?).
Non voglio essere il portatore di una verità che nessuno è in grado di decifrare, ma quando nell’animo ti ribolle quella sensibilità verso coloro che fanno più fatica di te, allora sei un portatore sano di ideali e di principi fondamentali per affrontare qualunque tipo di difficoltà. Non esiste solo il mondo cattolico, portatore di fede e di aiuti verso i deboli, ma un pensiero, un colloquio, un rapporto, un tentativo di spronare chi è in difficoltà e se necessario un aiuto, ma che non deve essere necessariamente economico (il sistema della carità, porta ad ulteriore carità, porta ad una assuefazione di un sistema, non riesce a fare uscire chi è in difficoltà dalle situazioni problematiche quotidiane), è un mondo parallelo che difficilmente viene alla luce e difficilmente si riesce a far rientrare questo concetto con i midia, che lo bocciano a priori, lo sterilizzano in quanto pensato per un bene assolutamente inadeguato e concettualmente prerogativa di un cosidetto mondo “comunista, no global, sinistra estrema, ec…”, ma molta gente nell’oscurità della globalizzazione porta con sè la voglia di sentirsi utile a questo mondo che sembra solo di pochi.
Il voler realizzare il pensiero di ognuno di noi, non porta beneficio economico, porta solo conoscenza, porta il sistema a non riuscire più a strumentalizzare quel mondo che faticosamente dagli anni 80 in poi ha realizzato il più grande mercato mediatico che si chiama consumismo. Vedere i nostri giovani che riempiono i supermercati nei giorni festivi hanno dato l’imput dell’apertura continua del commercio, del realizzare ulteriori incentivazioni consumistiche, del favorire solo e sempre pochi. Credo che l’associazionismo e il ritrovarsi durante il tempo libero a studiare come realizzare nuovi strumenti per ammigliorare lo status quo è l’unica strada che la gioventù deve percorrere, gli obiettivi comuni il cooperativismo anche sociale e mentale può evitare al mondo corpulento e improntato all’essere “IO”, quell’ ostinato bombardamento mediatico dell’apparire, del bello, della facilità immediata di fare danaro, rischia di compromettere la propria esistenza e di creare solo ragazzi con una limitata sensibilità e un precoce disinnamoramento della vita. Le statistiche attuali dicono che vi è un calo nell’iscrizione alle scuole superiori e alle università, e un ritorno ai mestieri artigianali, potrebbe essere un modo per ritornare a prendere in mano l’istruzione propinata solo a chi vuole da parte di un sistema che paradossalmente dà lavoro alla manualità e non a coloro che con grandi sacrifici dovrebbe essere al servizio della comunità (voglio pensare ai ricercatori, che con il loro cervello creano i miglioramenti della nostra vita quotidiana e ci salvano spesso la vita), con questo non ho assolutamente niente contro la manualità che sicuramente deve esserci, ma si può fare manualità dopo aver in tasca una laurea, il giovane con i rapporti giusti con il mondo lo gratifichi anche in queste prerogative.
Un paese civile che non investe in cultura e in ricerca parte da subito sconfitto nel suo cuore pulsante, i giovani, quali prospettive? quali prerogative?. Giovani, uniti, insieme, mi raccomando mai con la violenza, radunatevi e parlate, createvi obiettivi, nessuno vi aiuterà dovete provarci da soli, ma sono sicuro che ce la farete.
Diego Fornasari