C’è poco da girarci attorno: che Sergio Chiamparino possa perdere le prossime Regionali è solo ipotesi d’accademia, e si deve andare parecchio indietro nel tempo per trovare una consultazione elettorale altrettanto scontata, almeno sul fronte del candidato presidente. Altra questione, naturalmente, è l’elezione dei singoli consiglieri, legata alle preferenze individuali, e come tale apertissima.
Chi ha incontrato ieri Chiamparino durante il suo tour cittadino ad Alessandria ha constatato che l’uomo è solido, competente, dotato di schiva riservatezza piemontese, ma anche della consapevolezza di essere il grande favorito della vigilia, già proiettato su una serie di scadenze e priorità che si chiamano lavoro, sanità, trasporti, volontariato.
E, proprio perchè ragionevolmente certo di tagliare per primo il traguardo, Chiamparino si guarda bene dal seminare nel vento promesse che difficilmente potrebbe mantenere. Per cui, ad esempio, all’esplicita domanda sulla possibile riapertura del Teatro di Alessandria, e correlato ri-collocamento del personale del Tra, risponde con parole di lode per i lavoratori stessi (“li ho incontrati tutti qualche settimana fa a Vignale”), ma ribadisce anche “la cultura è pilastro essenziale, anche in termini di produzione territoriale, ma vanno sicuramente messe a punto formule innovative, al passo con i tempi”. E comunque, fa capire il candidato del centro sinistra alla presidenza del Piemonte, toccherà agli amministratori locali farsi carico di analizzare la situazione, e trovare soluzioni efficaci, che passino anche attraverso un’efficace collaborazione tra pubblico e privato.
Ma la visita di ieri è stata illuminante anche da un altro punto di vista.
Se qualcuno ancora aveva dei dubbi, la modalità con cui si è svolto il tour alessandrino li ha dissipati: il referente di Chiamparino ad Alessandria si chiama Rita Rossa. Con buona pace del Pd e dei suoi candidati, che sono peraltro tutti uomini (e donne) di mondo, e di real politik.
E’ lo stesso sindaco di Alessandria, in realtà, a smorzare ogni possibile polemica in merito all’assenza, al fianco di Chiamparino, di tutti i candidati alle regionali di casa nostra, del Pd come degli altri partiti. “Io sono qui come rappresentante istituzionale, e abbiamo preferito evitare il solito codazzo di accompagnatori”. Profilo basso, e ragionamento ineccepibile.
Lo stesso Chiamparino però, sorridendo, aggiunge: “non mi sembra poi grave se il candidato alla presidenza riesce a portare un valore aggiunto, rispetto ai numeri già importanti della coalizione”.
E allora via, ad incontrare per le vie del centro di una città con negozi semivuoti, a parte i bar che traboccano di pensionati che si godono il sole di mezzogiorno. E poi, nel pomeriggio, incontro con le realtà del volontariato: universo complesso, e certamente ricco di questioni anche spinose.
Sarebbe bello conoscere da Chiamparino, alla fine del suo tour regionale, analogie e differenze percepite nelle diverse province dell’impero. Forse scopriremmo che Alessandria coltiva con eccessivo masochismo la sindrome del brutto anatroccolo, e che a casa nostra (almeno per ora) non si sta poi così male.