“Santuari rimasti nell’ombra”, è una suggestiva definitiva che circola in ambienti ‘renziani’ per definire quell’insieme di enti e aziende pubbliche, o a partecipazione pubblica, che rappresenterebbero, con la loro pletora di dirigenti e amministratori, più uno spreco che una risorsa per il Paese.
Il dibattito è destinato ad investire, ‘a cascata’, anche il destino delle ‘ex municipalizzate’ di casa nostra, ossia tutte le aziende del gas, dei rifiuti, di trasporto pubblico e forse anche i consorzi dei servizi sociali (che hanno peraltro un profilo e un percorso un po’ diversi, per cui meriteranno magari una riflessione a parte).
Basta però guardare alla realtà di casa nostra (da Alessandria, a Novi, a Tortona), per comprendere che il settore del gas e quello dei rifiuti, in particolare, sono altrettanti fronti di guerra, attorno ai quali si consumano scontri ‘di trincea’ spesso sotterranei. Anche se poi ogni tanto qualcosa emerge, qui e là, come la punta di un iceberg.
Qualcuno sostiene, ad esempio, che dietro la decisione dell’assessore al Bilancio di Palazzo Rosso, Matteo Ferraris, di rassegnare prossime dimissioni (probabile successore l’attuale capogruppo del Pd in consiglio comunale, Giorgio Abonante) ci sia proprio un diverso modo di intendere ed impostare il percorso futuro del business dei rifiuti, e del gas, rispetto alla visione del sindaco Rossa, e del suo entourage.
Così come ai più attenti non è sfuggita, la settimana scorsa, la polemica in terra novese tra l’assessore comunale al Bilancio (di nuovo questa figura strategica, e spesso scomoda!) Germano Marubbi e buona parte dei candidati sindaci (più qualche manager assai influente) sul tema della possibile privatizzazione di Acos.
Azienda pubblica, quest’ultima, che ha il comune di Novi come socio di maggioranza, e che è da sempre la vera ‘cassaforte’ del territorio e si occupa (in verità con un certo successo a giudicare dal conto economico e dai bilanci) della gestione del gas, ma anche dell’acqua, e dell’ambiente. Ossia, anche qui, tramite società controllate, di raccolta rifiuti.
Marubbi, renziano ‘di ferro’ e della prima ora (in crescente dissenso con buona parte del suo partito sul territorio negli ultimi anni: si è anche iscritto al Pd a Milano, dove vive e lavora. Novi addio, o almeno arrivederci), sul tema ribadisce: “il nocciolo della mia provocazione ruota intorno al tabù: perché nessuno vuole neppure parlare di questa possibilità? Oggi sta cambiando tutto, e io penso che privatizzando Acos si aprirebbero prospettive del tutto inedite, con possibilità finanziarie straordinarie per il comune: rifiutarsi persino di parlarne mi sembra davvero paradossale”.
Un ‘arroccamento’, dunque: che però, a giudicare dalle reazioni, non è solo interno al Pd. Sia pur con cenni e toni diversi, anche gli altri candidati sindaci di Novi, e non solo Rocchino Muliere, ribadiscono che il controllo di Acos deve rimanere saldamente in mano pubblica. A partire dal gas, pare di capire.
Insomma, gas e rifiuti saranno senz’altro le questioni (e i business) attorno a cui si giocheranno le partite più interessanti sul fronte degli enti locali nei prossimi mesi, e anni. E sul risultato finale, inutile negarlo, molto influiranno il percorso e la sorte, a livello nazionale, del governo Renzi.