A chi serve la Festa [Il Flessibile]

caruso_copertinadi Dario Caruso.

Festa dell’Inquietudine 2014
Countdown: – 3
www.circoloinquieti.it

E’ bello pensare che gli sforzi profusi per realizzare un evento di tale rilevanza vengano non dico apprezzati ma quantomeno riconosciuti.
A dire il vero l’obiettivo principe è quello della partecipazione.
E qui sta il punto: a chi serve la Festa? Chi cioè può essere il frequentatore di quattro giorni intensi e pregni di sapere e saperi?
Non esiste un identikit di un “inquieto tipo”; per definizione l’inquieto è indefinibile, baffuto o glabro, biondo o calvo, sportivo o classico.
L’unico aggettivo che si accosta con buona assonanza è curioso, e chi dice che curiosità è femmina sbaglia a metà.
Vorrei mostrarvi parimenti uomini e donne nelle scorse Feste che con l’occhio lungo della civetta notturna scrutano il pensiero e le parole degli ospiti, arrivando a sondare i sottotesti e i retropensieri.
Non c’è sesso, non c’è genere, non c’è generazione che tenga.
Solo sana curiosità.

Alfa e omega di quest’anno saranno due momenti di differente suggestione.
Si principierà con l’inaugurazione di una “Hall of Fame” che racchiuderà memorabilia di ciò che è stato, un angolo reale che avrà lo scopo di tenere viva la memoria e che il tempo ci consentirà (o meno) di rendere più stipato di ricordi.
Si concluderà con una performance come sempre strabiliante del Magico Santini, il quale ripercorrerà le gesta del Grande Houdini vestendone (chissà?) i suoi panni.

Sono sicuro che avendo cura di sfogliare il pingue programma della Settima Festa (http://issuu.com/circoloinquieticivetta/docs/programma_festa_2014) non faticherete a trovare almeno un paio (e mi tengo basso) di iniziative allettanti per chiunque di voi; come si vede spaziamo in ogni ambito della conoscenza: dalla letteratura alla musica, dalla filosofia alla storia, dalla psicologia alla scienza.

Un breve cenno all’attenzione della Festa per i giovani delle Scuole Secondarie di primo e secondo grado.
Le attività pensate con loro e per loro sono importanti.
Per chi ritiene che la cultura debba essere tramandata, comunicata e agevolata si tratta di uno sforzo doveroso, per quanto faticoso.
Noi siamo tra questi: crediamo fermamente che i semi piantati nella giovane terra potranno fruttare e nel tempo far germogliare piantine nuove e rigogliose.
Siamo in errore?
Farò mie le parole messe in bocca a Puck dal Grande Bardo:
“Se noi ombre vi siamo dispiaciuti,
immaginate come se veduti
ci aveste in sogno, e come una visione
di fantasia la nostra apparizione.
Se vana e insulsa è stata la vicenda,
gentile pubblico, faremo ammenda;
con la vostra benevola clemenza,
rimedieremo alla nostra insipienza”

io-e-casatiPS: nella foto sono con Claudio G. Casati, il quale collabora con il Circolo degli Inquieti e (tra le altre cose) da oltre 10 anni è impegnato come formatore e ricercatore di tecniche gestionali d’impresa e di innovazioni tecnologiche e didattiche per la formazione professionale.