Ve la ricordate la ferocia da bava alla bocca con cui, solo pochi anni fa, buona parte della stampa ‘libera’ italiana, (capitanata da Repubblica, la corazzata di De Benedetti) parlava di Silvio Berlusconi?
Sembrava che fosse un dittatore africano (ma di quelli ‘stereotipati’ di una volta…non vogliamo offendere nessuno!), un mangiatore di bambini (meglio: bambine), un leviatano in grado di precipitare questo Paese in un orribile Medioevo di barbarie, privilegi e perversioni.
Oggi quella stessa stampa ‘libera’ parla con sussiego e puntiglio della dura pena comminata a Silvio B. per espiare le sue colpe: praticamente una visita settimanale ad una casa di riposo. Ne più ne meno cioè di quel che fa qualsiasi italiano che abbia un anziano ricoverato in simili strutture.
Cos’è cambiato allora, nel frattempo? Si sbagliavano prima, i Soloni della democrazia progressista, quando ci ricordavano ogni giorno che nelle classifiche internazionali sulla libera stampa l’Italia stava più o meno tra l’Uganda e il Burundi, o mentono spudoratamente ora, e quelle classifiche sono rimaste invariate?
Ma no, cari miei. Semplicemente è cambiato il senso di opportunità, che in questo Paese è tutto, o quasi.
Così, mentre i tanti nostri connazionali che vivono all’estero si devono ancora ‘sorbire’ sorrisini e battute del tipo: “ah, italiano: Berlusconi bunga bunga!“, noi abbiamo finalmente voltato pagina.
Attenzione: non che non serva più un nemico, a costoro: per i difensori della libertà (la loro, si intende) un nemico è indispensabile, e mantiene vigile la mente e l’etica. Solo ora il nemico degli Scalfari boys di tutta Italia, contro il quale unirsi e battersi sventolando ‘la costituzione più bella del mondo’ è quel barbaro di Beppe Grillo, dai. Uno che se la prende pure con gli ebrei, e parafrasa Primo Levi come fosse Guccini. Ma chi si crede di essere, il Beppe, per prendersi certe licenze? Un ‘pensoso’ intellettuale di sinistra? Vade retro!
Intanto Silvio B. (neanche più Cavaliere, e ‘sotto scacco’ di un altro ben più rischioso processo) incontra in colloqui riservati il premier Matteo Renzi, ed è diventato per il Pd un alleato prezioso, che con una bella campagna elettorale ‘comme il faut’, libera e democratica, un po’ di voti alla causa comune ancora rischia di recuperarli, pescando nel mare magnum dell’astensionismo moderato e destrorso.
Area che, pensatela come volete, rimane maggioritaria nel Paese, anche se la sua ricomposizione richiederà probabimente diversi anni.
Cosa ne sarà nel frattempo della bella Italia (e del suo popolo generoso e inconsapevole) lo scopriremo giorno per giorno. Godiamoci intanto la prossima campagna elettorale: con Silvio di nuovo in campo, rischiamo di divertirci come ai bei tempi. Almeno quello.