Vi siete chiesti cosa può provare una donna, che non fa il politico di mestiere, ma che lavora su materie strategiche per lo sviluppo quali fondi europei, ricerca & innovazione per PMI e sociosanitaria, formazione & sviluppo dei lavoratori, a cui viene chiesto di dare un contributo come candidato alle elezioni regionali del Piemonte e poi è eletta in modo trasversale, nettamente maggioritario e democratico dalle diverse anime dell’Assemblea Provinciale del PD?
Ve lo dico io cosa si prova: un grandissimo senso di responsabilità per il fatto di essere investita, dalla stragrande maggioranza di una istituzione democratica composta da rappresentanti eletti in un recente Congresso, del compito di rappresentare la questione femminile e le istanze strategiche connesse a un collaudato percorso professionale sia a livello provinciale, regionale ed europeo. Allora, ci si pensa, anche, che forse stavolta stiamo davvero portando avanti il cambiamento, che crediamo proprio che la competenza possa fare la differenza, che puntiamo anche sulla diversità come elemento di reciproco arricchimento e la sosteniamo. Ecco, ci si pensa di conseguenza: se è questo che il PD Alessandrino vuole valorizzare investendomi da questo “onere e onore” per sconfiggere le lacerazioni della società, cifra dell’antipolitica, restituendo la speranza nel futuro, allora ha senso il mio impegno.
Insomma, una donna come me, abituata a una concorrenza professionale forte, in cui non conta il genere, ma solo la capacità di vincere le sfide anche in contesti nazionali e internazionali, nei quali i politici locali di turno non incidono per nulla perché nemmeno li conoscono, fa veramente molta fatica a capire quanto essere candidata come “quota rosa” possa avere senso.
Poi, vedendo l’estrema difficoltà per puntare sul merito delle donne, capisco che anche se vorrei e vorremo che fosse diverso, se vogliamo portare avanti un contributo al femminile è ancora necessario promuovere e salvaguardare la partecipazione femminile alla vita politica con opportune scelte politiche di genere.
Dopo tutti questi ragionamenti, una donna come me, che non ha mai cercato una candidatura ma che è stata scelta in quanto rappresentante di istanze che il PD Provinciale ha voluto fortemente valorizzare, viene messa a conoscenza, sperando si tratti di un errore d’interpretazione, che il Sindaco di Alessandria (donna, “renziana” e alessandrina, quanto lei) e il Segretario Regionale (che ha sostenuto essendo stata eletta nell’Assemblea Regionale proprio nella sua lista), chiedono di togliere l’unica donna della lista, cancellando completamente ciò che esprime, per fare largo a quello che rappresenta il non eletto dall’Assemblea Provinciale e dimissionario del PD Paolo Filippi in quanto “ipoteticamente” capace di prendere più voti.
ADESSO, forse, potete tentare di immaginare cosa prova una donna come me e come tante altre…
Cordiali saluti
Gloria Zenari – Alessandria