«È vergognoso pensare che i bambini fossero gettati nell’inceneritore insieme ai rifiuti, come i cerotti o le siringhe»
Amanda Holden, attrice e conduttrice televisiva inglese
Negli ultimi due anni più di 15 mila feti abortiti sono stati bruciati negli inceneritori di 27 ospedali del Regno Unito per il riscaldamento delle strutture.
A scoprirlo e ad annunciarlo urbi et orbi è stato il programma “Dispatches”, trasmesso qualche giorno fa dalla tv britannica Channel 4. Immediata la reazione del ministro della Salute britannica, Dan Poulter, che ha definito la pratica «totalmente inaccettabile», bloccandola immediatamente. Il capo ispettore degli ospedali inglesi, Mike Richards, si è detto «deluso da quello che è successo all’insaputa delle donne e delle mamme».
Diamo qualche cifra, per capire meglio. Uno dei principali ospedali del Paese, l’Addenbrooke di Cambridge, ha incenerito 797 feti (se non vogliamo chiamarli con il loro nome, cioè bambini morti), mentre l’impianto dell’ospedale di Ipswich ne ha bruciati 1.101 tra il 2011 e il 2013. Alcuni di questi “pezzi” provenivano addirittura da altre case di cura, ma tutti servivano per produrre energia nei rispettivi impianti “waste-to-energy”. Calore umano, nel vero senso della parola.
Teniamo presente che in quasi tutti gli Stati in cui l’interruzione volontaria di gravidanza è legale, Italia compresa, i bambini abortiti sono considerati nè più nè meno come “rifiuti organici”, da gettare via insieme a tutto il resto. Come mai, viene da chiedersi, anche coloro che negano al feto qualsiasi dignità umana provano ribrezzo e sconcerto di fronte a questo innovativo (ed ecologico) combustibile per il riscaldamento? Perché scandalizzarsi di un grumo di cellule che brucia, se equivale ad una cistifellea o ad una appendice vermiforme?
Mi viene il sospetto che questa storia dei corpi bruciati nei forni (pardon, negli impianti “waste-to-energy”) in realtà faccia venire in mente, più o meno inconsapevolmente, un’altra storia, non lontana nel tempo ma altrettanto agghiacciante. Che questo “contraccolpo”, che molti hanno provato di fronte alla barbarie di bruciare corpi di bambini mai nati nelle caldaie, sia l’inizio di un risveglio della ragione, da troppo tempo immersa in un sonno profondo?