Nata ad Alessandria da genitori provenienti da Fiume, laureata in Giurisprudenza e giornalista pubblicista, Cristina Antoni lavora da più di vent’anni in Provincia, di cui attualmente è capo ufficio stampa. Instancabile appassionata di arte, trascorre i suoi weekend in giro per mostre ed eventi culturali, che racconta con penna competente e ispirata su CorriereAl nella rubrica Very Art. Nel tempo libero, con alcuni fidati collaboratori organizza importanti eventi, ispirati soprattutto alla moda e alla bellezza, che stanno conquistando gli alessandrini. Conosciamola meglio!
1) Cristina, partiamo subito dal tuo ultimo evento, che si è svolto sabato scorso a Palazzo Monferrato…
E’ stato un “multievento”, nel senso che è partito al pomeriggio con la presentazione del libro dello storico Giancarlo Malacarne, Fruscianti vestimenti e scintillanti gioie, ed è proseguito con la sfilata serale di abiti tardo medievali e rinascimentali. Il libro del professor Malacarne, frutto di trent’anni di ricerca appassionata e patrocinato dalla Camera Nazionale della Moda, descrive proprio la moda dei tempi in cui i Gonzaga hanno regnato su Mantova e su tutto il Monferrato. E’ un’opera assolutamente pertinente con le nostre radici storiche e culturali. Proprio per questo con l’associazione culturale Marchesi del Monferrato, e in particolare con il suo presidente Roberto Maestri, abbiamo deciso di mettere insieme le forze per creare un evento a favore della città.
2) Com’è stata la risposta di Alessandria e degli alessandrini?
Entusiasta da parte del pubblico, ed entusiasmante per noi. C’era la coda per entrare! Ho toccato con mano che Alessandria è una città che ha fame e sete di cultura… anzi, di bellezza. Alessandria, in un passato non tanto lontano, è stata un punto di riferimento per eleganza, stile e sobrietà. Ora non è più così, purtroppo, ed è per questo che ho deciso di fare qualcosa per rilanciarla.
3) Che cosa ti spinge a fare quello che fai?
Energia, entusiasmo, voglia di fare, creatività e un grande amore per l’arte e per la moda. Mettendo insieme queste mie peculiarità cerco di fare qualcosa per la mia città, che oggi è veramente in difficoltà. Spero anche di crescere e di portare lavoro a chi è in squadra con me, persone motivate e che si danno da fare moltissimo. Mi auguro che, oltre agli alessandrini, anche coloro che li rappresentano ad alto livello rispondano positivamente a questi eventi. Cosa che non sempre accade, purtroppo…
4) C’è qualcuno che “rema contro”, secondo te?
Guarda, ci sono Enti, come le Fondazioni CrAl e Crt, che ci sostengono e credono in quello che facciamo, insieme ad alcune personalità che ci seguono e apprezzano il nostro sforzo. Altre realtà, e altre persone, sembrano quasi infastidite. Vuoi un esempio? Proprio nell’ultimo evento a Palazzo Monferrato, nel passaggio tra la conferenza e la sfilata avremmo dovuto allestire i banchetti per le degustazioni con i prodotti del territorio. Ebbene, non ci è stato possibile farlo perché gli spazi erano già stati affittati per una festa di compleanno. Ed era un mese che stavamo dietro alla sala… Aggiungo un particolare non trascurabile: per l’affitto abbiamo pagato alla Camera di Commercio ben 500 euro. Una cifra spropositata e fuori mercato, credimi… Ma l’Ente Camerale non dovrebbe favorire lo sviluppo di iniziative a favore della città? Per non parlare poi di alcune importanti personalità alessandrine che, pur invitate a partecipare, non si sono fatte vedere. Volutamente.
5) Alessandria può riprendersi, secondo te?
Guarda, gli alessandrini sono i primi a non credere nelle loro potenzialità, e nelle potenzialità dei loro concittadini. Se io arrivassi da Milano, per esempio, a proporre le cose che faccio, avrei certamente molte più opportunità. Ma siccome sono la ragazza che è nata e vissuta al Cristo, che lavora “su piazza” e tutti i giorni si incontra in giro, allora sono poco credibile. E’ una mentalità che non porta da nessuna parte. A Tortona o a Voghera, per fare due esempi vicini a noi, è già diverso.
Potremo tirarci su solo quando decideremo di partecipare di più alle proposte vive della città. Non ci sono solo i miei progetti, sia chiaro. Stimo moltissimo altre iniziative, come per esempio “Rilanciamo Alessandria”, o i volontari del Fai in Cittadella… purtroppo qui da noi, anche a certi livelli, si tende a ignorare quello che fanno gli altri, per invidia o paura di perdere qualche privilegio. Se questa mentalità non cambia, non ci risolleveremo mai.