L’Associazione A.f.a. – Amici delle Ferrovie e dell’Ambiente Onlus, che da anni si batte contro il progetto del Terzo Valico dei Giovi perseguendo principalmente le vie legali con ricorsi al Tar ed esposti, è stata invitata alla Seconda Conferenza Internazionale dell’Ona (Osservatorio Nazionale Amianto), in programma giovedì 20 marzo, nell’auletta dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, a Roma. I lavori della conferenza proseguiranno venerdì 21 marzo, nella Sala Tirreno della Regione Lazio, sempre a Roma.
Le due prima giornate daranno voce ai maggiori esperti in materia di amianto provenienti da tutta Italia e dall’estero. Sarà trattato sotto molteplici aspetti il tema della “Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza”.
Non mancherà in chiusura la voce delle associazioni, fra cui l’Afa, che, dopo aver chiesto un anno fa un parere all’Ona circa il progetto del Terzo Valico vuole portare all’attenzione nazionale un progetto poco noto altrove, i cui rischi ambientali sono elevatissimi, ribadendo che l’unica precauzione possibile per la salute dei cittadini sia quella di non fare l’opera.
Infatti, come verrà spiegato durante l’intervento della nostra associazione, l’elevato rischio amianto che stanno correndo i nostri territori può esemplificato attraverso un altro progetto, presentato da Enel Green Power per la realizzazione di un impianto eolico sul monte Porale nei comuni di Voltaggio (Al) e Ronco Scrivia (Ge), poco distante dagli attuali cantieri del Terzo Valico.
Durante la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale relativa a tale progetto sono state effettuate analisi sul territorio, lo stesso interessato dai lavori del terzo valico: i risultati di tali analisi sono stati riportati dal verbale della seduta in data 25.11.2011 della Provincia di Alessandria e indicano concentrazioni di amianto comprese tra 1430 mg/kg e 250000 mg/kg, cioè oltre 2 etti di amianto per chilo di roccia, una quantità enorme, tanto che Enel Green Power ha rinunciato al progetto.
Recenti studi condotti dalla Regione Piemonte sul tracciato del Terzo Valico dei Giovi hanno stimato una presenza di rocce serpentinitiche variabile dal 20 al 50 per cento dei materiali estratti, che in totale saranno circa 13.000.000 di mc: il rischio di dover gestire ingenti quantità di materiale contenente amianto è molto elevata.
Si stanno studiando protocolli operativi molto complessi per gestire il rischio, ma di fatto i lavori sono iniziati senza alcuna precauzione e prima che i protocolli fossero conclusi. Ad oggi gli unici campionamenti e analisi effettuate sono quelli che il General Contractor Cociv ha affidato al Politecnico di Torino (con un contratto di natura privatistica, quindi tali risultati non sono pubblici). Dunque vengono commissionate da chi esegue i lavori: controllore e controllato coincidono. Raramente interviene ARPA in contraddittorio.
Circa un anno fa abbiamo chiesto all’Ona un parere in merito a ciò che sta succedendo nel nostro territorio, e concordemente a quanto asserito da noi, ha ritenuto che l’unica precauzione possibile sia di non fare l’opera.
Associazione A.f.a.
Amici delle Ferrovie e dell’Ambiente Onlus