Glerean, ‘l’olandese’ che allenò il Padova! [Calcio a colori]

Spiderdi Spider Jerusalem

Per soddisfare le velate richieste del gestore dello spazio web che ospita questo blog, che a differenza mia è un acceso sostenitore dell’Alessandria, questa volta parleremo eccezionalmente della squadra del capoluogo; il titolo «Calcio a colori», infatti, non era casuale ma sarebbe dovuto essere completato da un sottotitolo «Tutto il calcio non grigio» non per sminuire l’importanza dell’Alessandria, ma per dedicare almeno uno spazio di approfondimento a settimana alle squadre che giocano nei campionati minori della zona e delle quali di solito a parte risultato e marcatori poco si sa. Giocava nell’intento anche l’assonanza fra il calcio di adesso e quello di una volta trasmesso dalle televisioni in bianco e nero: talvolta, quando ne parlo con i collaboratori più giovani, questi mi guardano come se fossi sopravissuto ad una guerra punica e ricordo con affetto lo stupore negli occhi di un ragazzo quando la sera del 9 luglio 2006 gli dissi «Questo è il secondo mondiale che vedo vincere all’Italia» e poco ci mancò che mi cedesse il posto a sedere nei caroselli di festeggiamento.

Dopo l’esordio con il Renate, che ha portato all’Alessandria una sconfitta per 0-3 e mi ha visto familiarizzare forse con troppo entusiasmo con i colleghi monzesi – ai quali mi ha accomunato un triste quanto inconsueto incidente allo sportello accrediti – solo una persona come me perennemente sospeso fra la faccia tosta di chi sa di piacere sempre e l’incoscienza di chi non ha mai capito di non piacere a nessuno di poteva ripresentarsi in sala stampa per la sfida al Bassano capolista. Nel frattempo alcuni colleghi alessandrini avevano ripescato filmati, foto e documenti d’epoca raccogliendo sufficiente materiale per affibbiarmi un curriculum d’eccezione: prima di quella partita i miei precedenti al «Moccacatta» erano una semifinale playoff di C2 (0-3 con la Sangiovannese nel 2002), una finale playoff di C2 (0-2 con il Como nel 2009) e la gara della domenica prima. Quando al 28′ Pietribiasi ha portato in vantaggio i veneti su un suggerimento rasoterra di Berrettoni, persino i gatti neri hanno iniziato a guardarmi con sospetto e a cambiare strada pur di non incrociarmi: per fortuna prima Sampaolesi e poi Marconi – con una buona parte di complicità del portiere ospite – mi hanno concesso di sfatare la serie negativa non molto folta ma parecchio lunga nel tempo ribadendo la mia convinzione statistica che chiunque di noi segua un sufficiente numero di partite della stessa squadra prima o poi vedrà che il numero di vittorie, pareggi e sconfitte della stessa si avvicina alla media all-time.

Piacevole sorpresa aggiuntiva di cui non ero al corrente è stato scoprire cheGlerean l’allenatore in seconda del Bassano è Christian La Grotteria, argentino di La Plata che conobbi bene quando giocava a Padova nella stagione 2003-04 e del quale serbo ancora nel cuore un ricordo bellissimo di una persona positiva, allegra e sempre pronta e disponibile anche con i giovani giornalisti alle prime armi. La stessa stagione mi ricorda uno degli episodi più incredibili a cui abbia mai assistito: il Padova quell’anno era allenato da Ezio Glerean (nella foto), tecnico così innamorato dell’Olanda da sposarne sia il modulo – poi estremizzato in un 3-3-4 che fece scuola – che una cittadina, ma stentava a trovare il giusto equilibrio fra difesa ed attacco. Il derby con il Cittadella perso al 93′ alla tredicesima giornata segnò la prima vera grande contestazione: gli ultras vollero avere un confronto con i giocatori più rappresentativi – fra cui perlappunto La Grotteria – e l’allenatore, che risposero positivamente.

Incominciò un lungo dibattito con toni tutto sommato moderati che andarono via via smorzandosi grazie anche alla disponibilità dei giocatori stessi che chiesero un supplemento di fiducia ai propri tifosi per dimostrare il proprio valore. Quando tutto sembrava finito, il colpo del genio di Glerean che in un silenzio irreale propose: «Potreste venire a Bresseo, in settimana: guardiamo insieme un allenamento così vedrete che i ragazzi si impegnano al massimo e poi ci mangiamo tutti insieme un risottino.»

Gli scontri durarono fino a tarda notte, Glerean si dimise poco dopo, gli respinsero le dimissioni per poi esonerarlo e sostituirlo con Ulivieri e il Padova finì mestamente ottavo quattro punti sotto i playoff e diciannove sotto l’Arezzo di Somma ripescato e vincitore.