Poco più di un mese fa Corrado Parise, presidente della ‘storica’ cooperativa sociale alessandrina Il Gabbiano, lanciò l’allarme, dicendo in sostanza “la nostra società sta abbandonando i più deboli, nell’indifferenza generale”, e aggiungendo: “la questione di fondo rimane la solita: esiste una sperequazione tra i privati che svolgono una funzione pubblica, come Il Gabbiano e tante altre realtà cooperative come la nostra, e le strutture pubbliche che la svolgono direttamente. La si giri come si vuole, ma la realtà è che noi fornitori di ‘servizio pubblico’, prima che di servizi pubblici, non siamo adeguatamente tutelati”.
Interlocutore diretto del Gabbiano (ma anche di altre realtà del settore come Policoop, Azimut, ecc..) è il Cissaca, consorzio socio assistenziale dell’alessandrino che, peraltro, non ci sta ad indossare i panni dell’aguzzino, e ha sempre ribadito (attraverso la voce sia del direttore Laura Mussano che del presidente Mauro Buzzi): “non appena riceviamo i finanziamenti dalla Regione Piemonte e dal Comune di Alessandria noi procediamo a pagare le fatture arretrate dei fornitori, cooperative sociali in primis: di più non possiamo fare”. La novità dei giorni scorsi è appunto che la Regione ha annunciato il saldo, entro maggio, delle quote 2013 (sempre un anno in ritardo: nel settore pare quasi scontato che i tempi debbano essere questi, ormai). E si parla di circa 5 milioni di euro, che rappresentano senz’altro, per le cooperative che sono ‘in prima linea’ nell’erogazione di servizi a minori, anziani e portatori di handicap e disagio di vario tipo, una bella boccata d’ossigeno.
Ma le cooperative sociali alessandrine continuano a navigare a vista, nella totale mancanza di certezze, e di un vero progetto di gestione ordinaria corretta e regolare del rapporto con i committenti pubblici. Anche perché sul secondo fronte, quello del comune di Alessandria, permane invece una notevole incertezza, anche se proprio ieri c’è stato, tra alcuni rappresentanti di cooperative sociali e l’amministrazione di Palazzo Rosso (guidata da Rita Rossa) un incontro che rappresenta, secondo lo stesso Parise, un importante passo in avanti: “Abbiamo colto una sensibilità nuova nei confronti del nostro comparto, di cui almeno a parole si riconosce ormai l’assoluta priorità. E ci è stato annunciato che, a giorni, il comune di Alessandria verserà al Cissaca una tranche di 700 mila euro, riferita al 2013”.
Palazzo Rosso dovrebbe sostenere il Cissaca con circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno, ma nel 2013 ha erogato finora soltanto 500 mila euro.
Sul tema Parise è drastico, e rincara la dose rispetto all’analisi del mese scorso: “Il sociale è l’unico settore economico alessandrino che non ha ‘buchi’, è virtuoso e cresce in termini di addetti. Assume anziché licenziare insomma, eppure è stato trattato finora come se fosse l’ultimo dei comparti, e come se noi fossimo figli di un Dio minore, e lavoratori di serie B”. Il fatto è che chi raccoglie la spazzatura, o guida gli autobus, può decidere di farsi sentire ‘rumorosamente’ incrociando le braccia e sospendendo il servizio, mentre le cooperative sociali, che non hanno a che fare con ‘rumenta’ o con mezzi di trasporto ma con persone (minori, anziani, portatori di handicap), se sospendessero anche un solo giorno il loro servizio, creerebbero il panico, e il disagio reale e profondo lo proverebbero proprio gli ‘assistiti’ del settore, che naturalmente colpe non hanno, ma sono anch’esse vittime delle inadempienze delle istituzioni pubbliche. “ma neanche si può pensare – ribadisce Parise – che a pagare il conto siano sempre i soci delle cooperative e le loro famiglie, che già sopportano mille sacrifici e lavorano con salari ridotti al minimo”. Ultimamente alcune cooperative, ma anche singoli lavoratori esasperati, sono tornati a farsi sentire. Mentre (anche se su questo punto Parise sorride, e ‘sfuma’) piuttosto latitante appare il ruolo delle rappresentanze di categoria del mondo cooperativo, e dei loro vertici, evidentemente distratti, o impegnati su altri fronti.
“Voglio invece sottolineare – afferma il presidente del Gabbiano – che ci pare i sindacati stiano mostrando, sul tema, una sensibilità nuova e molto concreta, che speriamo possa significare fronte comune per uscire da questa situazione paradossale, per cui un settore a cui vengono richieste prestazioni sempre più intense e qualitative, e di cui c’è sempre più bisogno, rischia di essere strangolato dalle inadempienze di chi dovrebbe, con regolarità, procedere ai pagamenti delle prestazioni erogate”.
E. G.