In questo momento 4 No Tav sono in prigione:
Chiara Zenobi è rinchiusa nel carcere di Rebibbia a Roma, Claudio Alberto nel carcere di Ferrara, Mattia Zanotti e Niccolò Blasi sono rinchiusi, qui a due passi da noi, nel carcere di San Michele, sono detenuti perché secondo i PM hanno partecipato all’azione compiuta da alcuni No Tav ai danni del cantiere della Maddalena in val di Susa, nella notte tra il 12 e il 13 maggio dello scorso anno.
Indipendentemente dalle reali responsabilità dei singoli, ci preme rimarcare che quella notte, venne danneggiato un compressore, e null’altro!!!! Ognuno può pensarla come crede in merito a queste azioni e non vogliamo con questo foglio convincere del contrario nessuno ma denunciare una china totalitaria, infatti lunedì 13 gennaio sono stati confermati gli arresti per i 4, il tribunale del riesame ha accolto completamente l’impianto accusatorio del Gip e dei PM, nel quale si parla di uso di armi da guerra ( si trattava in realtà di molotov) e li accusa di attentato per fini di terrorismo.
Chiariamo: i terroristi uccidono, o fanno stragi al solo scopo di terrorizzare imponendo così il proprio predominio, nulla a che vedere con i danni agli oggetti, non dimentichiamo che persino il mahatma Gandhi (il padre della non violenza) non escludeva il danneggiamento di oggetti nel corso della lotta. L’accusa è così formulata: “Chiunque per finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico attenta alla vita od alla incolumità di una persona, è punito, nel primo caso, con la reclusione non inferiore ad anni venti e, nel secondo caso, con la reclusione non inferiore ad anni sei” (Peccato che le finalità di terrorismo sono in questo caso semplicemente impedire la Torino Lione opera per la quale sono state, impiegate ditte già indagate perché colluse con la mafia).
L’articolo 280 bis, “Atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi” prevede che “salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque per finalità di terrorismo compie qualsiasi atto diretto a danneggiare cose mobili o immobili altrui, mediante l’uso di dispositivi esplosivi o comunque micidiali, è punito con la reclusione da due a cinque anni”.Attenzione stiamo parlando di più di 20 anni di prigione!!!
Insomma un semplice danneggiamento ad oggetti è inspiegabilmente punito come o addirittura con più ANNI DI GALERA DI UN OMICIDIO!!! (guardare la cronaca nera per credere).
Quella notte non ci furono feriti, né contatti fisici con nessuno eppure gli attivisti No Tav, (che appartengono alla componente Anarchica del movimento) sono accusati di aver tentato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia “e perché non di aver voluto far scoppiare la 3° guerra mondiale????”
Noi non siamo dei difensori della democrazia rappresentativa, perché propugniamo la democrazia diretta e l’autogestione, ma ci sorge spontanea una domanda: per cosa hanno combattuto i partigiani ???!!!
Stando così le cose, chiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell’Unione Europea rischia di incappare nell’accusa di terrorismo.
Il meccanismo che ha portato in galera i quattro Anarchici potrebbe essere in ogni momento esteso a chiunque lotti contro le scelte del governo non condivise.
In questo caso la lotta tocca una vasta parte della popolazione valsusina e di quanti negli anni ne hanno condiviso motivazioni e percorsi ma non si limiterebbe a questo, seguendo queste contorsioni mentali ogni movimento popolare può a piacimento di un PM diventare terrorista, questo è un fatto gravissimo.
Non è “soltanto” in gioco la libertà di quattro attivisti ma quella di tutti. Se il teorema che equipara le lotte al terrorismo dovesse passare, la possibilità di opporsi sarebbe negata in modo drastico.
L’intento è fin troppo chiaro: seminare il terrore all’interno del movimento popolare e di massa della Val di Susa, spaventare la popolazione, far paura ai tanti che in questi anni, chi in prima fila, chi in ultima si sono messi di mezzo, hanno costruito presidi, eretto barricate, bloccato strade e ferrovie, hanno boicottato il cantiere e le ditte che dovrebbero costruire l’opera, si sono difesi dall’occupazione militare e dalla distruzione del territorio.
In questi ultimi due anni e mezzo si è allungata la lista degli attivisti feriti, gasati, pestati, torturati. Quest’estate la polizia ha anche molestato sessualmente una No Tav. Qualcuno ha anche rischiato di morire per le botte, che hanno rotto teste, spezzato gambe e braccia, accecato.
Questo è terrorismo di Stato. Non uno slogan ma la realtà che stiamo vivendo. In Val Susa, ma non solo.
In questa strategia del terrore ci sono sia gli arresti per terrorismo sia la condanna al pagamento di oltre 200.000 euro per Alberto, Giorgio e Loredana tre attivisti, accusati di aver danneggiato gli affari di LTF, il general contractor dell’opera, per aver impedito un sondaggio proprio all’autoporto di Susa. Pagare cifre simili non è alla portata di tutti: si rischia di perdere la casa, l’auto, un quinto dello stipendio o della pensione. Il governo spera che di fronte a decenni di galera, alla perdita di quello che si ha per campare, qualcuno anche se non ha cambiato idea, si tiri indietro.
QUESTA STATEGIA NON PASSERA’!!!SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI ARRESTATI !!!
SABATO 22 FEBBRAIO
in occasione della giornata nazionale di mobilitazione e di lotta il movimento No Tav No Terzo Valico, sarà a Pozzolo F. dalle 15.00 passeggiata fino al cantiere aperto presso la Cascina Ramanellotta
Contro la devastazione del territorio.
Contro il Terzo Valico.
In solidarietà al movimento No Tav della Val di Susa e a Chiara, Mattia, Claudio e Nico.
Laboratorio Perlanera Alessandria