Eleganza impeccabile anche alla domenica mattina. E la voce un po’ incrinata per la commozione quando sale sul palco, “perché non posso dimenticare che questa è stata la casa della mia famiglia, e anche la mia”. Rita Rossa sceglie il congresso provinciale del Psi alessandrino (alla Taglieria del pelo, ormai principale punto di riferimento degli incontri pubblici cittadini) per lanciare il cuore oltre l’ostacolo, e annunciare che, dopo l’approvazione del bilancio da parte del Ministero (da lei data per definitiva, al contrario da quanto sostenuto, in modi diversi, dai vari ‘tronconi’ di opposizione), è tempo di rimboccarsi le maniche davvero, e di guardare al futuro. “Dichiaro qui ufficialmente aperto il cantiere che dovrà portarci, entro maggio-giugno, ad un profondo riaggiornamento del programma di mandato, poiché lo scenario è profondamente mutato, e per fortuna in meglio, dopo l’ok ricevuto sul fronte dei conti. Abbiamo tagliato 26 milioni di spese correnti, e siamo consapevoli degli sforzi richiesti agli alessandrini: ma ora è il momento di ripartire, di guardare al futuro che vogliamo per la nostra città, e di costruirlo tutti insieme, con un confronto pubblico serio e trasparente”.
Non può certo ignorare, Rita Rossa, quello che gli alessandrini (e anche in sala qualcuno lo sussurra, a mezza voce) pensano oggi di Alessandria: una città in ginocchio, spenta, demotivata. Con strade sporche e disastrate, e un comune che finora ha chiesto molto ai contribuenti, e al contempo ha drasticamente ‘disinvestito’ su tutti i fronti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Eppure il sindaco di Alessandria sembra crederci davvero, e chiarisce le proprie intenzioni ad un uditorio numeroso e attento, dall’età media piuttosto elevata. “Dobbiamo cambiare passo, a partire dalle partecipate, che erogano quei servizi pubblici che sono un valore, e un patrimonio collettivo da non disperdere. Molto concretamente: posso garantire che, sul fronte dell’acqua, vigileremo affinché la qualità delle risorse idriche rimanga elevata, e strettamente controllata. E anche il gas, statene certi, è un asset il cui controllo strategico rimarrà in mano pubblica. Anche se, su questo fronte come su altri, partnership di mercato con soggetti qualificati devono essere prese in considerazione, proprio in un’ottica di modernizzazione e competitività. Ma non svenderemo il patrimonio pubblico: anzi, lo valorizzeremo”.
E non si esime, Rita Rossa, dal mettere il dito in un’altra ‘piaga’, quella delle risorse per far funzionare Palazzo Rosso e dintorni: “la dinamica nazionale, di cui non possiamo che prendere atto, è quella di una drastica riduzione dei trasferimenti statali ai comuni, che d’ora in poi dovranno ragionare in termini di pareggio di bilancio da raggiungere con mezzi e tassazioni proprie: per questo diventa ancora più indispensabile riorganizzare in modo drastico il modello di gestione, e tutti i servizi”.
Insieme a Rita Rossa, al congresso Psi di ieri era presente quasi tutto lo ‘stato maggiore’ del Partito Democratico di casa nostra: dal senatore Daniele Borioli, al consigliere regionale (e candidato sindaco a Novi) Rocchino Muliere, al segretario provinciale Mimmo Ravetti, al segretario cittadino Massimo Brina. E’ toccato a Ravetti (anche lui con radici famigliari socialdemocratiche, ndr) ricordare che non solo il nostro territorio, ma l’intero Paese e l’Europa attraversano momenti delicatissimi, di grande evoluzione sul piano politico e non privi di incertezza”. Una dirigenza Pd, insomma, che guarda non senza qualche perplessità all’ascesa repentina (e con modalità certamente non previste fino a pochi giorni fa) del proprio segretario Matteo Renzi alla guida del governo. E scrosciano gli applausi quando Ravetti ribadisce “sarebbe sbagliato affidarsi soltanto al leader, ed essere un partito che passa da un’elezione primaria ad un’altra: non fa parte della nostra cultura. Occorre invece ripartire da valori condivisi, che sono come i fari che illuminano il percorso, e dai programmi, da condividere con i nostri alleati, tra cui certamente il Partito socialista”.
In precedenza era stato Felice Borgoglio, impeccabile padrone di casa, a ribadire, con la solita verve e lucidità politica, “stiamo vivendo un momento storico caratterizzato da un’improvvisa accelerazione e mutamento del quadro politico, e dove c’è cambiamento, ci possono essere opportunità da cogliere. A condizione che si ragioni non in termini individualistici, ma come soggetti politici collettivi. E solo tornando alla partecipazione vera dei cittadini Alessandria potrà guardare al futuro con nuova speranza: se siamo arrivati così in basso, la colpa non è solo degli amministratori, ma di un’intera città che è apparsa a lungo dormiente, disinteressata al proprio futuro”. Non ha mancato, Borgoglio, di evidenziare i limiti dell’accordo Renzi-Berlusconi sulla riforma elettorale: “o si punta sul premio di maggioranza, o sugli sbarramenti. I due elementi insieme non hanno senso. E poi quest’idea del Senato non più eletto dal popolo, e in cui addirittura 21 senatori sarebbero ‘alte personalità’ indicate dal presidente della Repubblica fa pensare ad un ritorno ai metodi di casa Savoia: la democrazia è un’altra cosa, e lo ribadiremo con forza al Partito Democratico, che pure rimane un nostro interlocutore privilegiato”.
Sulla linea della necessità di un dialogo e di un percorso comune, a casa nostra, tra Psi e Pd si sono mossi tutti gli altri interventi dei relatori del congresso: dal segretario provinciale uscente Gianluca Chiesa, al segretario cittadino di Alessandria Gianluca Bruno, alla ‘memoria storica’ del Psi mandrogno Ezio Sestini.
Alla fine dei lavori, la novese Enrica Cattaneo (nella foto) è stata eletta nuovo segretario provinciale del Partito Socialista, con Gianluca Bruno suo vice.
Ettore Grassano