Mai come in queste ultime settimane siamo sommersi da frasi fatte.
L’omologazione della comunicazione fa sì che detti, proverbi, motti e modi di dire vengano ripetuti alla nausea, divengano ridondanti a tal punto che si svuotano del loro significato originale per acquistarne altro.
Riferendosi a Matteo Renzi, prossimo Presidente del Consiglio, la considerazione più scontata e frequente è che “il fine giustifica i mezzi”, mutuata da Niccolò Machiavelli.
Machiavelli, ne “Il principe”, indica a Lorenzo de’ Medici la via giusta per arrivare a governare e mantenere saldo il governo.
Dopo cinque secoli, un altro personaggio fiorentino si appresta a domare la politica.
Giochiamo, provando a verificare se il novello Principe risponda ai requisiti necessari secondo il capolavoro del Machiavelli.
1. disponibilità ad imitare il comportamento di grandi uomini del passato.
In questa direzione il Matteo sembra unire la sensibilità di Baden-Powell, l’ecumenismo di papa Giovanni Paolo II e la capacita’ di comunicazione di Berlusconi (?).
2. capacità di mostrare la necessità di un governo per il benessere del popolo.
In questo caso il gioco gli è fin troppo facile; il popolo oggi sta dalla parte della protesta (M5S) oppure cerca il nuovo all’interno dei vecchi schemi.
3. comando sull’arte della guerra – per la sopravvivenza dello stato.
La giusta grinta e la sana cattiveria nel far fuori i suoi diretti contendenti hanno spaccato in due l’opinione pubblica, ma sembrano aver funzionato.
4. capacità di comprendere che la forza e la violenza possono essere essenziali per mantenere stabilità e potere.
(vedi punto 3).
5. prudenza.
Questa proprietà viene evidenziata nell’uso intelligente della parola, alternando boutade violente a silenzi opportuni.
6. saggezza di cercare consigli soltanto quando è necessario.
Non ci è dato sapere quanto i suoi consiglieri incidano, l’impressione è che abbiano avuto un ruolo predominante nel corso delle primarie che lo videro sconfitto contro Bersani, dopodiché…?!
7. capacità di essere “simulatore e gran dissimulatore”.
Lo definirei un Maestro.
8. rilevante potere di controllo della fortuna attraverso la virtù.
Sotto questo aspetto mi sento di ribaltare così: rilevante potere di controllo della virtù attraverso la fortuna. E’ innegabile che si sia sempre trovato al posto giusto nel momento giusto.
L’ultimo punto è di difficile lettura e dovrà essere verificato a sei mesi dall’inizio della nuova legislatura:
9. capacità di essere leone (forza), volpe (astuzia) e centauro (capacità di usare la forza degli animali e la ragione dell’uomo).
Se è vero che le fiabe hanno un lieto fine, allora l’arrivo del Principe ci deve rasserenare.
Stiamo sereni?