Al fianco dei No Tav, per una democrazia non solo formale

La lettera dei compagni del circolo Perlanera induce ad alcune riflessioni, non tanto sul tema dell’opposizione all’alta velocità, con particolare riferimento alla Val di Susa e al Terzo Valico – scelta politico-economica su cui la CUB ha sempre espresso un giudizio assolutamente negativo – , quanto piuttosto su quello, ancora più grave, della difesa dei diritti di chi si oppone a decisioni di carattere politico, sociale, economico, sindacale e del diritto a manifestare esplicitamente il proprio dissenso.

In buona sostanza, si ripropone, drammaticamente (in quanto la pressione giudiziaria nei confronti del concetto di opposizione sociale ha ormai raggiunto livelli agghiaccianti), la necessità di rompere il recinto della democrazia formale per aprire una stagione nuova di democrazia sostanziale.

Viene da chiedersi, perciò, quale deformazione nella lettura della costituzione possa permettere il riproporsi di “teoremi” in tema di cospirazione, di complottismo, di terrorismo (reati per i quali il pensiero giuridico, in teoria, deve prevedere un’ attenzione e un rigore deontologico fermissimi, essendo reati collettivi e non individuali, e quindi con carattere di eccezionalità rispetto alla nostra legislazione), tali da configurare un’azione repressiva e una conseguenza penale di portata ben più pesante di quanto previsto per la responsabilità penale individuale.

Come movimento sindacale di base, non possiamo trovare una risposta se non nell’ offensiva ormai pluridecennale che il padronato e i governi (tutti) a lui fedeli hanno scatenato contro i diritti delle classi lavoratrici e subalterne. Le condizioni disperate in cui le politiche economiche cosiddette “liberiste” hanno fatto precipitare milioni di persone, al di là di tutte le chiacchiere di politicanti e sindacalisti gialli, sono tali per cui oggi in Italia si vive in un clima di autentica illegalità, se solo si confrontano i rapporti sociali esistenti con il dettato della Costituzione, di garantire a tutti una vita dignitosa, un lavoro, un reddito.
E’ su questa contraddizione, diventata in questi anni un abisso sociale, che il concetto di democrazia, da sostanziale che era, si è trasformato in un vuoto simulacro tenuto in piedi, e neppure sempre, dal ritualismo elettorale. Nell’affannoso tentativo di giustificare una politica economica e sociale che ha distrutto le condizioni di vita di gran parte della popolazione, la classe dirigente si è blindata dietro le formule della democrazia rappresentativa, riformulando e aggiornando quegli antichi teoremi, tanto cari alla nostra tradizione fascista e stalinista, secondo cui la manifestazione del dissenso non è un diritto inalienabile dell’ essere umano bensì un’ incomprensibile rifiuto di accettare quanto stabilito dalle varie e variegate maggioranze politiche, economiche, sindacali. Il terrore in cui quotidianamente vorrebbero farci vivere, costruito attraverso leggi e accordi “democraticamente varati” – pacchetto Treu, legge Biagi, riforma Fornero, eliminazione del sindacato di base, repressione durissima nei confronti di movimenti come quello per la casa e il No Tav – rappresenta un crimine contro l’ umanità di cui il potere non viene mai chiamato a rispondere. Per la classe politica, però, tutto questo ha altri nomi: crisi, stabilità, sacrifici, compatibilità e altre bugie.

Grave è il tentativo, sempre più accentuato, di far sì che opporsi a tutto questo venga considerato un sabotaggio nei confronti delle decisioni politiche assunte a maggioranza. Già oggi esiste una paurosa legislazione antisciopero, abbracciata dalla sinistra politica e dai sindacati ufficiali;  sempre più spesso, nei contratti di lavoro, si introducono norme ferocissime contro i lavoratori meno disponibili a trasformarsi in merce; l’ accordo sulla rappresentanza, firmato da Cgil Cisl Uil e Confindustria, vorrebbe eliminare per legge il diritto al dissenso in fabbrica. Su tutto ciò, i vari padri della democrazia attualmente all’ opera non dicono una parola.

Noi continueremo a lottare contro questo sistema. Per questo riteniamo importante che crolli l’impalcatura del teorema terroristico nei confronti degli attivisti No Tav, se vogliamo davvero che ogni cittadino sia uguale davanti alla legge, e che le sue eventuali colpe vengano giudicate per quello che sono in realtà e non in base a esigenze politiche. Può sembrare strano, detto da un sindacato di classe: ma crediamo che una buona lettura dei principali testi dell’Illuminismo possa far solo del bene a questo paese.

CUB Alessandria