«Tra i selvaggi, i deboli nel corpo o nella mente vengono presto eliminati; così che, normalmente, chi sopravvive esibisce uno stato di salute vigoroso. Noi uomini civilizzati, invece, facciamo tutto ciò che è in nostro potere per controllare il processo di eliminazione: costruiamo ospizi per gli imbecilli, gli storpi, i malati; istituiamo leggi che proteggano i poveri; e i nostri medici investono tutta la loro abilità per cercare di salvare la vita di ciascuno fino all’ultimo momento. Abbiamo ragione di credere che le vaccinazioni abbiano preservato migliaia di individui che, per via della loro debole costituzione, sarebbero altrimenti rimasti vittime del vaiolo. Così i membri deboli delle società civilizzate propagano la loro stirpe. Nessuno che abbia presente l’allevamento degli animali domestici dubiterà che ciò debba essere altamente dannoso per la razza umana; ma, eccetto nel caso dell’uomo, quasi nessuno è tanto ignorante da permettere la riproduzione dei suoi animali peggiori»
Charles Darwin, L’origine dell’uomo (1871)
Mercoledì 12 febbraio Charles Darwin avrebbe compiuto 205 anni. Le sue idee, abbracciate dal mondo scientifico che conta, sono vive e lottano insieme a noi. Poco importa il paragone, un po’ avventato, tra esseri umani e animali domestici. Potrebbe quasi aver ragione, non vi pare?
Basta con gli ospizi per gli imbecilli, basta con gli aiuti ai poveri, basta con le vaccinazioni e le cure dei medici. Per il naturalista e geologo britannico il vero progresso per l’umanità consiste nella selezione naturale messa in atto dai selvaggi, capaci di sbarazzarsi dei deboli senza tanta filosofia. Purtroppo, gli uomini civilizzati sono così ignoranti da permettere la riproduzione dei loro “animali” peggiori.
Aborto, eugenetica, eutanasia: è già tutto qui, nelle parole scritte più di 140 anni fa da Charles Darwin. Solo che lui, lo scienziato delle cui teorie non è lecito dubitare, queste cose le ha onestamente chiamate con il loro nome: “processo di eliminazione”.
PS: i grassetti nella citazione sono miei.