“Quando mi sono ritrovato per la prima volta in consiglio comunale, con tutti in piedi ad accogliermi, confesso che ho provato una forte emozione. Poi mi sono detto: ‘ora rimboccati le maniche e cerca di imparare’ ed è quel che sto facendo”. Simone Annaratone, da qualche mese, è non solo consigliere comunale dell’IdV ad Alessandria, ma anche capogruppo dello stesso gruppo consiliare, essendo subentrato al ‘veterano’ Giancarlo Cattaneo, nel frattempo nominato assessore. E, per un ragazzo di 23 anni (’24 il prossimo aprile: sono nato nel 1990”), è senz’altro una bella responsabilità rappresentare il proprio partito in un ‘ambientino’ non dei più tranquilli, come si presenta oggi Palazzo Rosso. Ma perché Simone fa politica? E’ una passione spontanea, una tradizione di famiglia, un innamoramento occasionale o che altro? E cosa pensa, e cosa può fare concretamente oggi un ragazzo come lui per Alessandria, fra tante difficoltà e incertezze?
Simone, sei ancora studente universitario, e già giornalista e politico. Sei uno a cui piace bruciare le tappe?
(sorride e si guarda attorno, ndr) Ma no, sono un normalissimo ragazzo della mia età. Con qualche passione che cerco di coltivare e, questo sì, con una certa determinazione. Quando mi metto in testa una cosa, insomma, cerco di realizzarla, e di portarla a termine.
Raccontaci di te, in breve: alessandrino doc?
Assolutamente sì, anche se fortuitamente nato a Pavia. Ma i miei sono di qui, e io ad Alessandria ci sono cresciuto, ci ho sempre abitato, e anche ora, negli anni universitari, facevo e faccio il pendolare con Torino, ma senza staccare la spina con la città: il mio mondo è qui.
La politica è una scelta in controtendenza, alla tua età e nell’Italia di oggi: ti hanno stimolato in famiglia?
No no, mi sono ammalato da solo! I miei non hanno mai fatto politica attiva, anche se sono cittadini attenti a quel che succede nel mondo e nel nostro Paese, e confrontarci sui temi di attualità a tavola è sempre stata nostra abitudine. Ora poi, che sono in consiglio comunale, li aggiorno per forza, e magari pure troppo, su tutte le mie iniziative, e su quel che succede. Semplicemente, dopo il liceo scientifico mi sono iscritto a Scienze Politiche (ho scelto Torino, e non Alessandria, per fare un’esperienza di vita un po’ diversa, e uscire dal guscio: al costo di svegliarmi talvolta alle 5 per essere alle 8 a Palazzo Nuovo a seguire i corsi), e dopo un anno che studiavo ‘a testa bassa’ mio padre mi ha incoraggiato: ‘guardati attorno, cerca qualche percorso che ti appassiona e dedicatici”.
E tu hai scelto la politica?
No, veramente prima è venuto il giornalismo: la collaborazione con giornali on line locali (e ricordo con particolare piacere il mio direttore de La Pulce, Giordano Panaro, che mi ha insegnato molto), e poi diverse esperienze di uffici stampa, per provare un po’ tutto. Ora naturalmente l’obiettivo prioritario è laurearmi in Relazioni Internazionali, e poi vedremo. Ma il mestiere di giornalista mi affascina molto.
E la politica? Fulminato dall’Idv fin dall’inizio?
(sorride, ndr) No, veramente la prima volta, a 18 anni appena compiuti, ho votato per un altro partito, ma non dico quale. Poi ho cominciato ad appassionarmi alle battaglie dell’Italia dei Valori, sia pur come semplice elettore e simpatizzante. E nella primavera del 2012 mi sono iscritto, e poco dopo, alle comunali, ho accettato di candidarmi. C’è stato chi ha tentato di disilludermi, dicendomi ‘è troppo presto, ti bruci, non ce la farai mai’ e altri simili incoraggiamenti. Ma mi sono buttato, e ho fatto la mia campagna elettorale con passione, da perfetto sconosciuto. Ho preso 78 preferenze, che a me sono sembrate tantissime, onestamente. E ora cerco di dare il mio contributo…
Ecco: in che modo? Ossia, quanto tempo dedichi al tuo impegno politico locale?
(sospira, ndr) Eh, tanto. Assai più di quanto mi aspettassi, ma per imparare si deve studiare, documentarsi, partecipare. E sento la responsabilità di essere l’unico rappresentante dell’Italia dei Valori in consiglio, naturalmente. Tutte le settimane, oltre all’attività di Palazzo Rosso, ho incontri con il direttivo provinciale e comunale dell’IdV, per confrontarmi sui contenuti, sulle proposte, la posizione da tenere sui singoli temi. E, dal canto mio, cerco di mettere nel mio impegno più concretezza possibile….
Qualche esempio?
La città è davvero sporca e trascurata, decadente: non è un modo di dire. E non è propriamente un bel biglietto da visita, per cui mi auguro che presto ci sia la possibilità di ripartire con qualche investimento, accedendo nuovi mutui. E chiedo che si parta da lì, da manutenzione strade e viabilità, Ztl compresa. Sul tema mi sono confrontato con Renzo Penna, di Sel, e ho intenzione di chiedere anche un incontro all’assessore Barrera: perché i vigili non si vedono in giro per Alessandria, e non si fanno più multe? Problemi di organico, di organizzazione o che altro? Complessivamente: se non riusciamo a rendere Alessandria più accogliente e qualitativa, e al contempo teniamo l’imposizione fiscale ai massimi livelli consentiti, è chiaro che sempre più persone cercheranno casa nei piccoli comuni limitrofi!
Recentemente, come IdV, avete anche deciso di rinunciare al fondo consiliare del 2013: 500 euro soltanto, ma comunque un segnale. Lo rifarete quest’anno?
Certamente sì, e soprattutto ho proposto a tutti gli altri capigruppo, che hanno accettato, che sia valutata da parte dei tecnici comunali la possibilità di devolvere il nostro fondo (ma anche quello di altri partiti, se vorranno!) all’emergenza abitativa, che davvero è un’emergenza sempre più grave. Ebbene: sembra facile un passaggio del genere, ma non lo è. Nel senso che tu puoi rinunciare ad incassare un tuo compenso, o rimborso. Ma, almeno fino ad ora, non era possibile scegliere di destinarlo ad un uso specifico. E io onestamente non vorrei lasciarli nel ‘calderone’ quei 500 euro, ma sapere con certezza che servono a qualcosa di utile e importante.
E il tuo impegno sul fronte della sicurezza fluviale? Di recente hai organizzato una serata con diversi esperti, alla taglieria del pelo. Come è andata?
Benissimo, c’era un sacco di gente, il tema evidentemente agli alessandrini interessa, eccome. E i relatori erano di grande qualità e competenza, a partire da un altro giovane come me, Andrea Mandarino, che di geomorfologia fluviale sa veramente tutto, e che ha contribuito a fare chiarezza su una serie di banalità e luoghi comuni che, quando si parla di fiumi, incombono sempre. Anche qui, naturalmente, spero di non essere lasciato solo, e che questi incontri possano poi portare ad iniziative concrete; che, sono onesto, non dipendono certamente solo da me.
Simone, ma i tuoi coetanei cosa dicono, sinceramente, del tuo impegno politico?
(nuovo sorriso, timido…ndr) Gli amici mi sostengono, naturalmente. Ma al contempo mentirei se dicessi che i ragazzi della mia età hanno una considerazione positiva della politica, e dei politici. Però so che si rendono conto che è un impegno a cui credo, e che lo faccio in maniera assolutamente disinteressata: anche se ogni tanto mi dicono che ormai faccio parte della casta, e ce la ridiamo un po’!
Ettore Grassano