Se ne è parlato molto, nei giorni scorsi, quando la notizia è stata data alla stampa: la Fiat acquista Chrysler (o, come sostengono alcuni, viceversa), diventa FCA, se ne va in Olanda e in Gran Bretagna, con la promessa di mantenere buona parte della produzione in Italia.
Se ne è parlato molto, è vero, ma solo per pochi giorni. Le questioni della povera politica italiana hanno preso il sopravvento e sulla vicenda è stato steso un velo di omertà, almeno sui giornali più importanti (Corriere e La Stampa in primis, chissà perché…).
Eppure, capire che cosa farà in Italia la ex-Fiat non sembra questione di poco conto. Si tratta di un pezzo fondamentale della nostra storia, dal costume all’industria, che pare prendere nuove direzioni e abbracciare inediti scenari.
A parlare di tutto ciò, mescolando sapientemente pubblico e privato, ci ha pensato il giornalista Gigi Moncalvo, ospite venerdì scorso del secondo incontro della associazione culturale LiberaMente. La scelta di Fabrizio Priano, fondatore dell’associazione, di presentare il libro di Moncalvo Agnelli segreti, pubblicato da Vallecchi nel 2012, è stata quantomai azzeccata alla luce di quanto è avvenuto e sta avvenendo in questi giorni dalle parti del Lingotto.
“Voi pensate che la Fca paghi il 57% di tasse in Italia e il 20% in Olanda?” ha domandato provocatoriamente l’autore, davanti al numeroso e attento pubblico che ha riempito il salone della casa di riposo “Basile”. Da lì, un Moncalvo in ottima forma ha conquistato l’uditorio con grande abilità oratoria, snocciolando numeri, nomi e circostanze inquietanti, oltre che inoppugnabili. Basti pensare alla visura camerale della società semplice “Dicembre”, vero forziere di casa Agnelli, o al contenzioso scatenato da Margherita sul tesoretto segreto (ossia imboscato all’estero) del padre Gianni, per capire che la verità che ci è stata raccontata in questi decenni è, nella migliore delle ipotesi, parziale e zeppa di colpevoli omissioni.
Omissioni tragicamente evidenti nella vicenda, tanto triste quanto oscura, della morte di Edoardo Agnelli, figlio dell’Avvocato, trovato senza vita (“Non chiamatelo suicidio”) ai piedi di un pilone dell’autostrada Torino-Savona. A questo argomento Moncalvo ha riservato ben otto capitoli del suo libro e, a quanto pare, dedicherà interamente il suo prossimo volume. “A mio avviso – ha affermato il giornalista al termine dell’incontro – ci sono ancora molte cose da chiarire, e alcuni indizi portano proprio ad alcune zone in provincia di Alessandria”.
Andrea Antonuccio