Chi, cittadino di questa città, oggi protesta per l’alto costo dei servizi e la loro bassa qualità o la carente manutenzione, lo fa del tutto legittimamente, e non gli si può certo imputare un mancato ragionamento sulle cause che hanno portato al dissesto del Comune e all’attuale difficile situazione.
Così come un grande rispetto va a chi, per effetto della crisi, ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo e, se azienda, a garantirlo, a chi, per analoghe ragioni, ha difficoltà a condurre una vita dignitosa e non ce la fa a rispettare le scadenze dell’affitto, delle bollette, delle imposte…
Riesco ad essere meno rispettoso e comprensivo se la protesta – in genere generica e generalizzata – riguarda movimenti, associazioni, organizzazioni, esponenti di forze politiche e sociali che in questi ultimi vent’anni hanno condiviso, sostenuto e assecondato Berlusconi e i suoi governi, e si sono compiaciuti del Berlusconismo che ha ridotto il Paese nelle attuali penose condizioni.
Anni persi, anni buttati via, nei quali chi si occupava di innovazione, ricerca, cultura e formazione è stato deprezzato ed emarginato, qualsiasi proposito di politica industriale abbandonato, il rispetto delle regole negletto, la sobrietà, il rigore, l’etica, i diritti, derisi e calpestati. E siamo finiti nella coda di tutte le classifiche europee che misurano la qualità e l’efficienza degli stati, riuscendo a primeggiare solo per il livello della corruzione, la dimensione dell’evasione, i tassi di disoccupazione e le percentuali negative dello sviluppo.
Sul piano locale, poi, mi riesce difficile comprendere e giustificare le proteste di chi, avendone le possibilità e le conoscenze, negli scorsi anni in questa città non ha obiettato nulla, quando, ad esempio, in Piazza Garibaldi l’Amministrazione di allora promuoveva “i giochi dei cavalli” e, contemporaneamente, non trasferiva, per decine di milioni di euro, le dovute risorse alle aziende partecipate: Amiu, Aral, Atm, Amag e al Consorzio dei servizi socio assistenziali (Cissaca).
Sono ben 39 i milioni di euro che sono stati sottratti alle due aziende che si occupano di raccogliere, riciclare e smaltire i rifiuti della città e dei comuni del Consorzio alessandrino.
E oggi, c’è chi si meraviglia e non capacita del perché l’Amiu sia fallita e l’Aral, per non fare la stessa fine, sia stata costretta a importare da fuori provincia una quantità enorme di rifiuti. E ne chieda severamente conto all’attuale Giunta e all’attuale Sindaco. Così come, mentre si tagliavano 5 milioni di euro all’Atm, costringendo gli autisti a rovinarsi la schiena su pullman ridotti in pessime condizioni, si spendevano inutilmente soldi pubblici per un rifacimento di Corso Roma e Piazzetta della Lega di pessimo gusto e di scadente qualità.
Mentre non venivano trasferite le risorse dovute alle aziende – nel silenzio complice dei presidenti e dei consigli di amministrazione – si trovava però il tempo per favorire, nelle medesime società, un numero significativo di assunzioni non necessarie e che oggi rendono più difficile la gestione delle crisi e la difesa complessiva dell’occupazione dell’Ente e delle Partecipate.
Per non parlare del Teatro inquinato dall’amianto a causa di un intervento non necessario e irresponsabile, lasciato, con i dipendenti senza lavoro, in eredità all’attuale Amministrazione, per una bonifica difficile e una ristrutturazione costosa.
E tutto questo per ragioni di onestà e di verità e non per nascondere limiti ed errori che l’attuale Amministrazione ha commesso in questa prima difficile fase della sua consigliatura. Come è noto Sinistra Ecologia e Libertà non ha condiviso la liquidazione della società Aspal – avvenuta, oltretutto, quando Sel non faceva parte della Giunta – e adesso è impegnata a recuperarne le molte professionalità presenti puntando a realizzare con l’Azienda speciale “Costruire Insieme” un vero e strutturato polo culturale di qualità. Così come non si può che essere molto critici per la gestione sin qui fatta delle nomine dei responsabili di Amag. Ciò detto Sel ha riconosciuto nell’ultimo importante Consiglio Comunale il ruolo decisivo svolto dal Sindaco Rossa nel perseguire con determinazione il riequilibrio di bilancio in poco più di un anno e mezzo, rispettando le date del Ministero, non accettando la proposta di ulteriori dilazioni e pretendendo l’inserimento in bilancio del credito di 32 milioni di euro, calcolato, in favore del Comune, dall’Organismo Straordinario di liquidazione.
Con l’approvazione del bilancio e il superamento della fase più acuta del dissesto si chiude, noi pensiamo, il periodo più difficile, quello dei sacrifici imposti e sopportati con fatica dalla città, dai suoi abitanti e dai dipendenti dell’Ente e delle aziende. E si apre una nuova fase, non meno complessa e difficile, ma nella quale l’Amministrazione può e deve uscire dalle problematiche tutte interne al Comune per guardare e confrontarsi con le aspettative, le aspirazioni e le necessità della città e degli alessandrini. Mentre il 2014 può essere l’anno del rientro nel patto di stabilità, diventa indispensabile, per dare risposte ai crediti delle aziende e favorire la ripresa delle attività economiche e produttive, che l’Amministrazione sia messa nelle condizioni di attivare mutui per importi significativi e scadenze venti-trentennali.
Un compito e un’attenzione da esercitare nei confronti del Governo nazionale, che tocca alla politica e ai suoi rappresentanti promuovere e concretizzare, per il rispetto dovuto ai sacrifici che l’intera città di Alessandria ha sopportato e non è giusto debbano ancora proseguire.
Renzo Penna
Consigliere Comunale Alessandria Sinistra Ecologia e Libertà