L’annullamento da parte del Tar delle delibere regionali 85 e 14 e parzialmente della 45 conferma la fondatezza delle critiche che il gruppo consiliare Federazione della sinistra aveva mosso fin dalla presentazione dell’impianto di riordino dell’intero sistema delle cure in lungo assistenza per le persone colpite da non autosufficienza. L’intera architettura immaginata dalla Giunta regionale sembrava ostinatamente orientata a non riconoscere la condizione di malattia per queste persone, quindi il loro diritto esigibile a essere curati. La modifica dei criteri di valutazione introdotta dalla delibera 14 del 2013 aveva il preciso scopo di escludere dall’accesso una consistente platea di persone malate, per le quali, al contrario, gli interventi strutturati nelle Rsa potrebbero consentire una stabilizzazione delle condizioni. Viceversa, la previsione dei tempi di attesa si configurava come una vera e propria sottrazione delle possibilità di cura. Il Tar ha confermato ciò che dovrebbe essere del tutto evidente, cioè che non possono essere addotte motivazioni di impossibilità, nemmeno economiche, per negare i livelli essenziali di assistenza o per procrastinarli nel tempo. Di fronte alla contrapposizione tra stabilità della spesa pubblica secondo i canoni imposti dai successivi Patti della salute ed erogazione dei Lea, prevalgono come obbligo per le istituzioni le tutele dovute alle persone non autosufficienti. Con le proprie delibere la Giunta ha già determinato ricadute operative, quindi sulle persone, assai difficili, comprese le rivalutazioni, in base ai nuovi criteri determinati dalla delibera 14. Anziché confutare in un braccio di ferro le sentenze del Tar a colpi di ricorsi, come ha deciso di fare la Giunta Cota ieri, occorrerebbe mettere mano subito alle misure sollecitate anche dal Tar. Invece l’amministrazione prosegue nel tentativo di demolire la esigibilità dei diritti, intervenendo con atti successivi sulle cure domiciliari, che sono state per competenza trasferite alle politiche sociali, complice, almeno così si giustifica l’assessore, una interpretazione in tal senso del cosiddetto tavolo Massicci sul piano di rientro. Smetta la Giunta di scrivere ricorsi e convochi urgentemente le parti interessate, dagli enti locali alle associazioni di tutela a quella dei gestori delle strutture residenziali, per condividere la fotografia dell’attuale emergenza e per percorrere insieme le possibili soluzioni.
Eleonora Artesio
Federazione della sinistra- PRC-PdCI