Bolzani (Unione Ciechi): “il web per noi è opportunità straordinaria: ma per un disabile Alessandria è il far west!”

BolzaniSolo qualche anno fa, l’idea di contattare il presidente dell’Unione Italiana Ciechi tramite pc, e di dialogarci in tempo reale su facebook, ci sarebbe sembrato bizzarro, anzi assurdo. Oggi è assolutamente possibile, grazie alle nuove tecnologie, e naturalmente se dall’altra parte trovi uno come Paolo Bolzani, iperattivo responsabile provinciale dell’associazione, e appassionato di web e di nuovi media: “non sono certo un esperto, ma qui in Unione un paio di amici davvero bravi da questo punto di vista ci sono: e io cerco di farmi spiegare, e di imparare per quel che posso”.  Incontriamo Bolzani, nella storica sede dell’Unione Ciechi di Alessandria, in via Legnano. Ed è già in arrivo dal primo appuntamento della giornata con i microfoni di Radio Voce Spazio, emittente di cui è opinionista ormai praticamente fisso, tutte le settimane: “insieme alla disability manager del Comune di Alessandria, Paola Testa, cerchiamo di parlare il più possibile dei tanti disagi che, quotidianamente, le persone  con varie forme di disabilità devono affrontare in questa città: e sono davvero tante, mi creda”.

E naturalmente non solo per i ciechi (“che non si offendono se li chiamate così: anzi, forse è meno retorico che non vedenti. Sono davvero altri i motivi per offendersi…”), ma per tutti coloro che, ad esempio, hanno difficoltà di deambulazione, o di spostamento. Per i quali semplicemente attraversare una strada, o prendere da soli un mezzo di trasporto pubblico, può diventare un’odissea: “la situazione della nostra stazione ferroviaria, ad esempio, è sempre più indecente – sospira Bolzani – e i supporti che dovrebbero essere destinati, ad esempio, a chi viaggia in carrozzina semplicemente non ci sono, per cui le persone devono arrangiarsi come possono”. Per quanto riguarda i non vedenti, poi, muoversi per la città sta diventando sempre più complicato, anche se esistono al riguardo non pochi luoghi comuni, da sfatare: “un cieco non è impossibilitato a muoversi da solo, non è paralizzato insomma. Se conosce il territorio in cui si sposta, può raggiungere livelli di autonomia molto ampi, naturalmente a condizione che le barriere architettoniche di vario tipo vengano eliminate, o quanto meno segnalate. Prendere l’autobus da soli o con il cane guida, ad esempio, dovrebbe essere normale. Certo, bisognerebbe segnalare le banchine delle fermate, e installare sugli autobus avvisi vocali di fermata, che ci sono praticamente ovunque in altre città. E poi un po’ di gentilezza da parte delle persone, e dei conducenti in particolare, non guasta mai. Ma quella a volte c’è, e a volte no: dipende dalle singole persone”. Il riferimento al cane guida consente peraltro di aprire un capitolo interessante: “consideri – sottolinea Bolzani – che adMy beautiful picture utilizzare il cane siamo, tra i 538 iscritti dell’Unione (su una popolazione di non vedenti di circa 1.200 persone in provincia), non più di 6 o 7. Naturalmente tanti iscritti sono anziani, ed è quindi comprensibile che non ne facciano richiesta, anche perché magari si muovono poco. Ma per una persona maggiorenne e in piena mobilità fisica l’ausilio del cane guida è straordinario. Senza contare, naturalmente, il rapporto che si sviluppa con l’animale: consideri che il mio, ad esempio, attualmente è malato in maniera piuttosto grave. Eppure tutti i giorni vuole accompagnarmi nella passeggiata, magari attorno alla Cittadella. Perché appunto si crea un legame fortissimo, e molto bello”. E, grazie alla sensibilità dei Lyons Club che operano sul territorio provinciale, l’Unione Italiana Ciechi ha la possibilità di ‘assegnare’ ben tre cani guida, “perfettamente addestrati nell’apposita scuola di Lambiate. Chi fosse interessato può contattarci, e verrà avviato al percorso di permanenza di alcuni giorni presso la scuola, in strutture apposite e attrezzate, per entrare in sintonia con l’animale, e imparare a gestirlo”.

Ma, oltre alla possibilità del cane guida, cosa offre oggi l’Unione Italiana ai suoi oltre 500 associati? “Sempre più servizi – sottolinea Paolo Bolzani -, nell’ottica di insistere in più possibile sul concetto di integrazione: per cui si va dai servizi scolastici (sia sul fronte dei bambini e del loro inserimento nelle classi, sia per quanto riguarda l’insegnamento della scrittura Braille, anche per gli adulti), all’assistenza sul fronte dei supporti di tipo sanitario (in collaborazione con la Asl), all’affiancamento nella ricerca di un lavoro, a tutte le attività di tipo ricreativo, ludico e formativo.

Diliberto Angelo 2Un fronte interessante è quello del rapporto dei non vedenti con le nuove tecnologie, del quale ci parla Angelo Diliberto, che all’Unione Ciechi è appunto responsabile dell’aula e dei corsi di informatica e web, e direttore dell’Irifor (la struttura interna che si occupa di formazione). “In realtà – evidenza Diliberto – siamo ormai una ventina ad Alessandria e provincia ad utilizzare con metodo e regolarità le nuove tecnologie, grazie a software appositi che consentono di utilizzare i vari pc, i-phone, smart-phone, i-pad e via dicendo in maniera interattiva ed evoluta. Diciamo anzi che ci sono programmi che ci consentono di esplorare un sito web non come una persona vedente, ma meglio, più in profondità”. La diffusione della rete web insomma, in tutta la sua articolazione di supporti e accessi, rappresenta per un non vedente un’opportunità importante di informazione, integrazione, servizio. E questo naturalmente vale sia per chi è nato cieco (“un’estrema minoranza dei nostri associati”, spiega il presidente Bolzani), sia per coloro che hanno perso la vista strada facendo, per malattia o per eventi traumatici: “io sono tra questi – sottolinea Angelo Diliberto – e posso assicurare che si tratta di un percorso psicologicamente pesantissimo, che va affrontato stazione per stazione, davvero come una personale via Crucis. L’aiuto esterno, a partire dai famigliari, è essenziale, ma sta poi ad ognuno trovare la forza per ripartire: e ce la fai quando capisci che non è finito niente. Anzi che comincia una nuova vita: diversa, ma anch’essa importante, e ricca di scoperte e di conquiste”. Diliberto, ad esempio, in pochi anni è diventato un vero e proprio esperto di tecnologie, e il punto di riferimento per tutti coloro che, all’Unione Italiana, hanno voglia e bisogno di imparare ad usare un pc, o uno smartphone, o a navigare in rete.

E poi c’è lo sport: non solo, si badi bene, inteso come partecipazione passiva,Oddone Massimo ossia da tifosi di una squadra di calcio, o di basket. All’Unione Italiana Ciechi ci sono anche sportivi a tutto tondo: “praticanti, ma soprattutto vincenti – sottolinea Paolo Bolzani -. Mi riferisco naturalmente a Massimo Oddone, campione di tiro con l’arco di fama nazionale, ma anche alla nostra amica Ornella Punzo, che è campionessa regionale di showdown, una sorta di ping pong che si gioca rasoterra, su tavoli appositi, ed è sempre più diffuso e popolare.
Impossibile congedarci da Paolo Bolzani senza ricordare un altro ‘pezzo forte’ dell’Unione Ciechi di Alessandria, ossia le ‘cene al buio’, sempre più apprezzate e frequentate: “è verissimo – sorride il presidente –, siamo partiti quasi per scherzo, e per raccogliere fondi con finalità benefiche. E via via ci siamo poi resi conto di quanto un’esperienza del genere possa avvicinare le persone, e consolidare amicizie. Ci sono anche figure alessandrine note, che spero di poter citare, come l’ex assessore provinciale Maria Grazia Morando o la giornalista Alessandra Dellacà, che hanno partecipato più volte, e ormai sarebbero persino in grado di servire in tavola, al buio. Perché una serata funziona così: i partecipanti vedenti vengono introdotti nella sala in cui viene servita la cena (in genere un ristorante affittato per l’occasione) al buio, e al buio totale cenano e chiacchierano con i vicini, senza presentarsi. La cena viene servita da non vedenti. E in questo modo le persone senza problemi di vista provano a confrontarsi con un mondo di sensazioni diverse: si consideri che l’80% delle informazioni mediamente arrivano al cervello tramite la vista. Ma la cosa più divertente è che alla fine della cena, accendendo le luci, le persone finalmente si presentano, e spesso nascono rapporti di vera amicizia”.

Ettore Grassano