C’è davvero qualcosa di eccessivo, di troppo enfatico e caricaturale nell’atteggiamento con cui (“con viva e vibrante tensione ideale
verso le istituzioni del Paese”, potrebbe dire qualche personaggio autorevole, o al limite Crozza) i partiti dell’arco costituzionale, i media, gli opinion leader e coloro che a tali si atteggiano sui social network sono partiti a testa bassa e lance spianate contro Grillo e i 5 Stelle.
Che certamente (come la Lega dei primi anni, se ci pensate) mancano spesso di senso della misura, sparano magari cannonnate contro qualche moscerino, e al tempo stesso si fanno mettere nel sacco su vicende sostanziali. E qualche volta utilizzano toni e metodi anticonvenzionali o eccessivi (che però, quando hai contro il 99% del sistema mediatico, è comunque un modo per guadagnare visibilità), ma davvero mostrarli come pericolosi attentatori della democrazia e del Parlamento ci pare un’operazione che va oltre il ridicolo, e rischia di scatenare un effetto boomerang di dimensioni quanto meno interessanti.
“Ma cosa dici, ma guarda che agli italiani chi comanda le ha sempre date da bere tutte, da Mussolini alla prima repubblica, a Berlusconi. E così continuerà ad essere”, dice un amico ancor meno fiducioso di noi sulla capacità del popolo italiano di valutare e scegliere con maturità il proprio destino. Da sempre più pecore che singoli individui consapevoli ed informati, insomma. E le pecore, si sa, han bisogno di pastori tranquilli, della giusta razione di cibo e poc’altro: alle giuste condizioni, altro non chiedono che essere tosate insomma. E’ la loro natura.
Epperò attenti, perchè ogni tanto i pateracchi nella storia succedono, e non sempre ‘tirare la corda’ all’inverosimile si rivela strategia vincente.
Nello specifico: questi partiti, questi politici non possono più permettersi di puntare il ditino indignato a difesa della democrazia, del Parlamento. Troppo oggi il popolo li disprezza, sia pur per fortuna di un disprezzo pacifico, o forse più precisamente menefreghista. La stragrande maggioranza degli italiani pensa che il Parlamento non sia depositario di alcunché, men che meno simbolo laborioso di libertà. E se a questo siamo arrivati, la colpa è di tanti, forse di quasi tutti. Tranne i grillini, appunto. Da qui la ferocia di tutti gli altri nei loro confronti.
Ieri uno dei nostri commentatori più affezionati (e che di solito ci sferza con considerazioni interessanti) su questo punto ha ‘toppato’ di grosso, secondo noi, scrivendo a proposito dei 5 Stelle: “questi chiagneno e fottono!”. La nostra impressione, invece, è proprio contraria: ossia che l’ostilità (che sui media nazionali, tutti più o meno alla canna del gas e dipendenti dalle prebende statali di varia natura per la loro sopravvivenza, diventa caricaturale) nei confronti dei 5 Stelle dipenda dal fatto che, per ora almeno, costoro non hanno ancora accettato compromessi, e non si vogliono sedere a tavola con gli altri commensali, imparando la buona educazione.
Cosa possa succedere nei prossimi mesi in Italia è esercizio che pratichiamo spesso, in privato, con qualche amico che ha analoghe passioni di analista. Non crediamo alle catastrofi, e non ci pare tempo di rivoluzioni radicali (che presuppongono sempre un modello alternativo di sistema a cui tendere: e quale sarebbe?). Però al contempo pensiamo che succederanno cose serie, e che l’establishment di questo Paese abbia tutte le ragioni, dal proprio punto di vista, di manifestare la propria “viva e vibrante preoccupazione”. Soltanto, per favore e per dignità, lasciate stare la democrazia, intesa come governo del popolo. Quella, in Italia, ha sempre dormito sonni profondi. Oggi è in ballo altro.