Accade quando sono ad una conferenza, al cinema, davanti alla televisione, di fianco a una radio, al bar con un amico, a scuola con una classe.
Ogni volta accade.
Sono assorto nei pensieri, poi d’un tratto ascolto parole semplici e la mia attenzione si ravviva.
Mi sento meglio anche solamente leggendole.
Questa settimana è successo più volte.
“Eppure – mi dico – non sono parole ricercate, appartengono al vocabolario di base che un bimbo di sette anni ha nel proprio bagaglio di conoscenza”.
E se fosse per questo motivo?
Voglio dire, non è possibile che le parole semplici ci colpiscono poiché risvegliano il bambino assopito dentro ciascuno di noi?
Il nuovo segretario del Pd Matteo Renzi così afferma:
«Andare avanti significa non stare fermi»
Elementare.
Non è la teoria della relatività ed è totalmente condivisibile.
Un bimbo di tre anni riesce a distinguere la differenza tra un cagnolino che si fa accarezzare stravaccato sul divano e uno che scorrazza in giardino senza farsi prendere.
Il movimento appartiene ai vivi.
Così cinguetta Barack Obama:
«È tempo di restituire le possibilità a tutta la gente»
L’analisi è banale, si tratta di fare in modo che ciascuno di noi sia uguale di fronte a chiunque altro.
Bello ed ecumenico.
Il simbolo uguale si impara in prima elementare.
Uno più uno uguale due.
L’uguaglianza appartiene ai giusti.
Di poche ore fa questa considerazione di Papa Francesco:
«Non è umano quando una famiglia non ha da mangiare»
Nulla di più semplice del cibo, che è alla base della sopravvivenza e della civiltà. Dire che non è umano significa che non si può comprendere.
E se non lo comprende lui che ha conoscenze molto in alto, come possiamo noi?
Bello e laico.
La parola cibo si impara subito dopo essere stati concepiti, è dentro di noi, quindi appartiene all’uomo.
Poi ritorno alle parole di tutti i giorni….
Esecutivo di scopo. Annullare le opposizioni. Nuova governance. Legge elettorale. Azione vile e indegna. La dignità delle donne.
…e continuo ad invecchiare.