“Portare il caso Alessandria alla ribalta nazionale, per costringere il Governo ad intervenire, vista l’incapacità dell’amministrazione cittadina e dei partiti che la sostengono a scontrarsi col Governo Letta, di cui fanno parte”. la Lega Nord di Alessandria, guidata dal suo segretario provinciale (e assessore regionale) Riccardo Molinari, decide di premere sull’acceleratore, e di mettere in campo, in una sola serata, due delle sue figure più autorevoli: il segretario federale ed europarlamentare Matteo Salvini, e il governatore del Piemonte Roberto Cota.
L’appuntamento è per lunedì 3 febbraio, alle ore 21, presso l’ex Taglieria del pelo di via Wagner, e verterà sulla difficilissima situazione alessandrina, “aggravata dalla situazione di dissesto finanziario, e dal fatto che il governo Letta non interviene per migliorare questa condizione. Al contrario, il governo è intervenuto con un regalo di 400 milioni di euro per salvare il Comune di Roma dal dissesto finanziario e dalle sue conseguenze, drammatiche per la popolazione, che stanno vivendo i cittadini di Alessandria. Le norme Salva Roma seguono altri interventi ad hoc per salvare la stessa Roma ed altri enti territoriali”.
“Nei confronti di Alessandria – dice Molinari – è in atto una vera discriminazione. Siamo di fronte ad un atto di razzismo, per di più nei confronti di una città della parte più produttiva del Paese e che quindi più contribuisce a rimpinguare le casse pubbliche”.
Secondo Roberto Sarti, capogruppo della Lega Nord a Palazzo Rosso, “il bilancio stabilmente riequilibrato approvato dalla Giunta Rossa è sostanzialmente falso. Infatti, non è in grado di bilanciare strutturalmente entrate e uscite del Comune. Non è un caso che sia stato bocciato per due volte dal Ministero. Non crediamo che la nuova versione del bilancio – che sarà votata sabato – sia in grado di recepire tutte le critiche, gravissime, mosse dal Ministero. Pertanto i risultati di quest’amministrazione sono fallimentari”.
Lino Pettazzi, vice segretario della Lega Nord, già sindaco di Fubine, aggiunge: “Roma continua a chiedere sacrifici ai piccoli comuni senza essere in grado di fare per prima una seria spending review a riguardo dei costi dello Stato centrale”.