Coco Chanel: la seduzione della moda e l’espressività dell’arte [Very Art]

Coco_Chanel manifesto aperturadi Cristina Antoni

‘Coco Chanel: un nuovo ritratto dipinto da Marion Pike . Parigi 1967-1971’

Palazzo Morando, a Milano (ingresso per questa mostra in Via Bagutta 24) ospita una esposizione che è già stata a Londra e durerà fino al 2 marzo: raccoglie dipinti, abiti, fotografie, documenti per indagare una relazione di amicizia, poco nota ma di grande rilevanza storico-artistica. La couturiere francese Gabrielle Bonheur Chanel (1883-1971), in arte Coco Chanel e l’artista californiana Marion Pike (1913-1998), soprannominata Cuckoo da amici e familiari, si conobbero a Parigi nel 1967.

Marion ammirava tantissimo Coco e pensò di proporle alcuni ritratti, creando l’ occasione di un incontro tramite il comune amico Frederick Brisson, che aveva prodotto il musical su Coco a Broadway. Il giorno in cui decise di andarla a trovare, Marion attese a lungo nell’atelier prima di essere ricevuta, ma, nonostante le due donne  avessero caratteri e origini molto diverse,   Coco annodò al collo della pittrice il suo foulard come suggello di una amicizia che sarebbe divenuta profonda ed autentica, fondata su una comune sensibilità estetica e affettiva. Ne nacque una relazione profonda ed un connubio arte–moda che si rivelò già nella primavera del 1968 nella sfilata della collezione presentata da Coco per la stagione estiva, dove spiccavano, in posizione preminente accanto alla passerella, i dipinti della Pike.

Le opere esposte in mostra dischiudono una dimensione non ancora indagata dellaCoco al lavoro personalità e della storia di vita della celeberrima stilista rivelandone aspetti nuovi. Chanel è sempre stata rappresentata come una donna schiva e burbera durante la vecchiaia, e soprattutto non lasciò tracce biografiche, forse proprio per  nascondere le umilissime origini. Così nacque il suo mito. La mostra racconta un periodo breve, dal 1967 al 1971, nel quale, attraverso documentate prove, emerge una Coco ironica, affettuosa e generosa, una versione molto lontana dal mito che è ormai parte dell’immaginario collettivo.

Coco 1Nel 1967 Coco aveva 84 anni, le mani devastate dall’artrite, ma continuava a lavorare sei giorni a settimana. Era molto scaramantica e il cinque fu il suo numero portafortuna per tutta la vita. Anche sulla sua tomba, a Losanna, volle l’incisione di cinque teste di leone, la raffigurazione che usava sui bottoni dorati che caratterizzavano i suoi abiti, realizzati con meticolose lavorazioni e tessuti di grande qualità.
Degli almeno tredici ritratti realizzati da Marion la mostra ne propone cinque (5) numero simbolo di Chanel, mai prima d’ora presentati insieme, cui si aggiungono un grande pannello che ritrae la stilista circondata da rotoli di tessuti, mentre lavora, alcune nature morte ed alcune vedute parigine che illustrano l’eccellente tecnica pittorica della Pike.

Quest’ultima è un’artista che difficilmente si puo’ inquadrare. In quel periodo,Coco 3 mentre ritraeva Coco o la soprano Licia Albanese l’arte pittorica figurativa non era molto considerata. Negli Anni Sessanta prevaleva l’Arte Povera ed i miti del tempo  erano Pollock e Rauschenberg, per cui le opere di Marion Pike apparivano fuori da ogni corrente contemporanea e difficilmente catalogabili. In più fu Marion stessa a rigettare del tutto l’aspetto commerciale dell’arte contemporanea, rifuggendo anche dai più famosi galleristi di allora, per non doversi compromettere. Marion Pike, comunque, fu amica personale e ritrattista di molti personaggi celebri dello spettacolo e collezionisti d’arte: Claudette Colbert, Katharine Hepburn, Artur Rubinstein, Estee’ Lauder e tanti altri.

Chanel sfilata primavera 68 Marion PikeVi sono in esposizione anche preziosi capi d’abbigliamento: il celebre tailleur realizzato per la sfilata del 68, icona dello stile Coco, comodo ed elegantemente chic, ed altri disegnati appositamente per l’artista e la figlia di lei, Jeffie, nonché una vasta collezione di fotografie, documenti personali e lettere che contribuiscono a delineare un quadro esaustivo della profonda relazione intercorsa tra le due donne. L’esposizione, promossa dal Comune di Milano insieme all’University of London è curata da Amy de la Haye, docente di Storia del Costume e Curatela presso il London College of Fashion.

Uscendo dalla mostra una frase celebre di Coco ritorna in mente: “La moda passa, lo stile resta”.